Forum Comunista Internazionalista

CLN

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Sepher
view post Posted on 6/12/2011, 20:39




Mi interessa informarmi sul Comitato di Liberazione Nazionale. Erano in maggioranza Democristiani? Quanto hanno contribuito all'instaurazione della democrazia borghese? Bhè, più ne ha più ne metta! (Magari consigliarmi anche quache fonte)
 
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mm81
view post Posted on 6/12/2011, 21:50




Qui c'è del materiale.
http://www.international-communist-party.o...p.htm#PROLETARI ! - DISERTATE I COMITATI DI LIBERAZIONE NAZIONALE
 
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babeuf
view post Posted on 10/12/2011, 16:07




I partigiani erano in gran parte proletari e studenti socialisti, comunisti e di gl. Nel Cln erano rappresentate tutte le forze politiche.


www.anpi.it/

 
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view post Posted on 10/12/2011, 16:23

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CITAZIONE
Nel Cln erano rappresentate tutte le forze politiche.

Non è prorio esatto. Nel CLN saranno presenti tutti i partiti che poi entrerano nelle istituzioni democratiche, non erano presenti tutte le forze politiche. Il Partito Comunista Internazionalista che si costituirà tra il 1943 e il 1944 lavorerà controil CLN ma non solo, fuori dal CLN ci saranno anche altre piccole realtà politiche, anarchiche per esempio.
 
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babeuf
view post Posted on 10/12/2011, 16:34




Gli anarchici, escluso che nella Spagna del 1936 sono contro ogni forma di rappresentanza.
Sul P.c.int ,hai ragione, anche se credo che, almeno inizialmente, diversamente si comportarono i militanti della sinistra comunista , egemoni nella Cgl rossa che poi si unificheranno con il Pcint,,

CITAZIONE (N-Z @ 10/12/2011, 16:23) 
CITAZIONE
Nel Cln erano rappresentate tutte le forze politiche.

Non è prorio esatto. Nel CLN saranno presenti tutti i partiti che poi entrerano nelle istituzioni democratiche, non erano presenti tutte le forze politiche. Il Partito Comunista Internazionalista che si costituirà tra il 1943 e il 1944 lavorerà controil CLN ma non solo, fuori dal CLN ci saranno anche altre piccole realtà politiche, anarchiche per esempio.

 
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raes
view post Posted on 10/12/2011, 20:21




credo che anche i repubblicani fossero fuori dal cln
 
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nostalgico2
view post Posted on 14/12/2011, 16:39




CITAZIONE (Sepher @ 6/12/2011, 20:39) 
Mi interessa informarmi sul Comitato di Liberazione Nazionale. Erano in maggioranza Democristiani? Quanto hanno contribuito all'instaurazione della democrazia borghese? Bhè, più ne ha più ne metta! (Magari consigliarmi anche quache fonte)

Brevissimamente.
Vi parteciparono quasi tutte le forze politiche antifasciste. La maggioranza, o comunque quelli che avevano maggior peso in esso, era costituita dal Pci, dal Psi e dalla Dc (uso le sigle abituali, in effetti il Psi all’epoca si chiamava Psiup).
Vi erano poi gli azionisti, di ispirazione liberalsocialista, moderati che potremmo considerare “liberali” e, in minoranza, badogliani e monarchici.
I romanzi di Beppe Fenoglio raccontano appunto la resistenza e la lotta dei partigiani “azzurri” (“Il partigiano Johnny”, “Una questione privata”, “I Ventitre giorni della città di Alba”...)
Come dice correttamente Raes, il Pri non vi aderì, per via della pregiudiziale antimonarchica, ovvero il rifiuto di trovarsi accanto a filomonarchici e, soprattutto, perché il Cln aveva “rimandato” la questione dell’assetto istituzionale dell’Italia alla fine della guerra e alla sconfitta del nazifascismo.
La posizione del Cln a riguardo (prima liberare l'Italia dall'occupazione nazista e dal fascismo, poi decidere, consultando anche la volontà popolare, la forma istituzionale da dare al paese e, comunque, costruire una nuova Italia basata sul sistema democratico e parlamentare) era quella poi assunta dal Pci ed esposta da Togliatti nel discorso della cosiddetta "Svolta di Salerno" (11 aprile 1944).
Trovi il testo integrale in
Palmiro Togliatti "La politica di unità nazionale dei comunisti: rapporto ai quadri dell'organizzazione comunista napoletana" (edizioni La Città del Sole, quella di Napoli, da non confondersi con la quasi omonima casa editrice calabrese).
Uno studio riguardo la "Svolta di Salerno" è quello fatto da Alessandro Natta durante un seminario alla Scuola di partito delle Frattocchie nel 1973 e poi pubblicato come "Togliatti e il partito nuovo".. Un testo breve ma molto esauriente, ora introvabile nella sua edizione originale, ma ristampato di recente da una piccola associazione culturale di Roma, mi pare.

Tornando al Cln.
Altrettanto, non vi aderirono formazioni come il Movimento Comunista d’Italia“, più noto come Bandiera Rossa, di Roma (che, per inciso, nonostante quanto si dica abitualmente, non era trotskista né antistalinista, anzi; ci sono diversi testi interessanti, a partire da
Bandiera rossa nella resistenza romana” di Silverio Corvisieri, edizioni Odradek; ad ogni modo, il MCd'I fu molto attivo nell'area romana, nella lotta partigiana contro i nazifascisti), il Partito Comunista Internazionalista e gli anarchici.

Diversa è invece la questione della partecipazione alla lotta partigiana in senso stretto.
Anche anarchici e repubblicani (sicuramente una minoranza, rispetto ai partigiani vicini al Pci e Psi e ai cattolici) combatterono nelle formazioni partigiane, spesso inserendosi in formazioni di altre aree politiche: ad esempio gli anarchici potevano aderire ad una formazione delle brigate Garibaldi e i repubblicani a quelle degli azionisti di Giustizia e Libertà.

Il PCInt, come accenna N-Z, non partecipò alla lotta partigiana e fece anzi propaganda contro di essa, per disertare il Cln e per convincere gli operai e i proletari a non aderire alle formazioni partigiane (e, di fatto, a non combattere contro i fascisti), a boicottare gli scioperi delle fabbriche del nord contro i nazifascisti e anzi fraternizzare con i “proletari” tedeschi. Fondamentalmente, si dava indicazione di "restare in luoghi sicuri" (se vuoi, ti riporto l'espressione esatta usata nell'appello), in attesa della fine della guerra e del momento della lotta rivoluzionaria.

Fonti e documenti sono in rete (Avantibarbari, Quinterna, Leftcom, eccetera), comunque in passato (non in questo forum) ne ho fatto una antologia che ritengo abbastanza completa e veritiera. Se vuoi posso riportartela.
Anche Mannoio/Foiegras ha ritenuto opportuno “ricordarlo” copiaincollando un mio vecchio breve testo a riguardo, nella discussione su Lc.

Comunque, per informazioni sul Cln, già la pagina di Wikipedia è breve ma corretta, nelle cose che riporta.
Si riporta anche il fatto che
CITAZIONE
Rimasero fuori anche alcuni gruppi di sinistra che non accettavano il compromesso dell'unità nazionale su cui si basava il CLN che prevedeva la "precedenza alla lotta contro il nemico esterno, spostando a dopo la vittoria il problema dell'assetto Istituzionale dello Stato".

Altro testo importante riguardo la posizione delle formazioni della sinistra comunista e comunque quelle non legate al Pci è quello di
Arturo Peregalli “L’altra resistenza- Il Pci e le opposizioni di sinistra 1943-1945” (Graphos), in cui, oltre quelle del Mcd'I-Bandiera Rossa, si illustrano mi sembra esaurientemente e correttamente e con dovizia di materiale e citazioni, le posizioni e l’azione di formazioni minoritarie o ultraminoritarie, come Partito Comunista Internazionalista, Partito Operaio Comunista, Unione Spartaco, Partito Comunista Integrale-Stella Rossa, Partito Comunista Indipendente, o il gruppo che si trovava intorno al giornale “Il Lavoratore”, di Carlo e Mauro Venegoni, eccetera. Tutte formazioni con posizioni differenti anche notevolmente tra esse.

Peraltro, l’elenco di otto militanti/simpatizzanti del PcInt morti durante l’occupazione nazista, perché uccisi dai nazifascisti o perché deportati in campi di concentramento, che circola in rete e sui forum e blog della sinistra comunista, è tratto dal testo di Peregalli (ora non ho tempo di ritrovare la pagina esatta).

Te lo scrivo senza alcun intento di critica o di polemica, Sepher: quali che siano le tue posizioni politiche, è fondamentale che tu conosca bene le vicende della storia contemporanea del ventesimo secolo, soprattutto, ovvio, quelle della sinistra, che si tratti della resistenza, del Cln, dei paesi del socialismo reale, della guerra di Spagna, della rivolta ungherese, delle lotte anticoloniali, delle lotte operaie della seconda metà del secolo, della contestazione, eccetera.

Potresti cominciare con un buon manuale di storia, per una visione generale (ad esempio il Sabbatucci-Vidotto), oppure, cito i primi che mi vengono in mente, con testi come “Il secolo breve”, di Eric Hobsbawm o “Trionfo e crollo del predominio europeo”, di Pasquale Villani (ed.Il Mulino), per una visione complessiva di base.
Per quanto riguarda il movimento operaio, la sinistra, il Pci, la sinistra comunista, i paesi del socialismo reale (chiamalo capitalismo di stato, se preferisci), eccetera, ci sono quintali di titoli ancora reperibili abbastanza facilmente.
Riguardo la resistenza, ad esempio, se vuoi posso farti un elenco, quando avrò tempo. Naturalmente ti segnalerò testi di varia impostazione, in parte dell’area “stalinista”, poi starà a te incrociare le diverse e talvolta contrastanti informazioni ed analisi con quelle di testi di altra tendenza (appunto la sinistra comunista) e farti una tua idea.

Ciao

Edited by nostalgico2 - 14/12/2011, 22:33
 
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Sepher
view post Posted on 14/12/2011, 23:01




CITAZIONE (nostalgico2 @ 14/12/2011, 16:39) 
CITAZIONE (Sepher @ 6/12/2011, 20:39) 
Mi interessa informarmi sul Comitato di Liberazione Nazionale. Erano in maggioranza Democristiani? Quanto hanno contribuito all'instaurazione della democrazia borghese? Bhè, più ne ha più ne metta! (Magari consigliarmi anche quache fonte)

Brevissimamente.
Vi parteciparono quasi tutte le forze politiche antifasciste. La maggioranza, o comunque quelli che avevano maggior peso in esso, era costituita dal Pci, dal Psi e dalla Dc (uso le sigle abituali, in effetti il Psi all’epoca si chiamava Psiup).
Vi erano poi gli azionisti, di ispirazione liberalsocialista, moderati che potremmo considerare “liberali” e, in minoranza, badogliani e monarchici.
I romanzi di Beppe Fenoglio raccontano appunto la resistenza e la lotta dei partigiani “azzurri” (“Il partigiano Johnny”, “Una questione privata”, “I Ventitre giorni della città di Alba”...)
Come dice correttamente Raes, il Pri non vi aderì, per via della pregiudiziale antimonarchica, ovvero il rifiuto di trovarsi accanto a filomonarchici e, soprattutto, perché il Cln aveva “rimandato” la questione dell’assetto istituzionale dell’Italia alla fine della guerra e alla sconfitta del nazifascismo.
La posizione del Cln a riguardo (prima liberare l'Italia dall'occupazione nazista e dal fascismo, poi decidere, consultando anche la volontà popolare, la forma istituzionale da dare al paese e, comunque, costruire una nuova Italia basata sul sistema democratico e parlamentare) era quella poi assunta dal Pci ed esposta da Togliatti nel discorso della cosiddetta "Svolta di Salerno" (11 aprile 1944).
Trovi il testo integrale in
Palmiro Togliatti "La politica di unità nazionale dei comunisti: rapporto ai quadri dell'organizzazione comunista napoletana" (edizioni La Città del Sole, quella di Napoli, da non confondersi con la quasi omonima casa editrice calabrese).
Uno studio riguardo la "Svolta di Salerno" è quello fatto da Alessandro Natta durante un seminario alla Scuola di partito delle Frattocchie nel 1973 e poi pubblicato come "Togliatti e il partito nuovo".. Un testo breve ma molto esauriente, ora introvabile nella sua edizione originale, ma ristampato di recente da una piccola associazione culturale di Roma, mi pare.

Tornando al Cln.
Altrettanto, non vi aderirono formazioni come il Movimento Comunista d’Italia“, più noto come Bandiera Rossa, di Roma (che, per inciso, nonostante quanto si dica abitualmente, non era trotskista né antistalinista, anzi; ci sono diversi testi interessanti, a partire da
Bandiera rossa nella resistenza romana” di Silverio Corvisieri, edizioni Odradek; ad ogni modo, il MCd'I fu molto attivo nell'area romana, nella lotta partigiana contro i nazifascisti), il Partito Comunista Internazionalista e gli anarchici.

Diversa è invece la questione della partecipazione alla lotta partigiana in senso stretto.
Anche anarchici e repubblicani (sicuramente una minoranza, rispetto ai partigiani vicini al Pci e Psi e ai cattolici) combatterono nelle formazioni partigiane, spesso inserendosi in formazioni di altre aree politiche: ad esempio gli anarchici potevano aderire ad una formazione delle brigate Garibaldi e i repubblicani a quelle degli azionisti di Giustizia e Libertà.

Il PCInt, come accenna N-Z, non partecipò alla lotta partigiana e fece anzi propaganda contro di essa, per disertare il Cln e per convincere gli operai e i proletari a non aderire alle formazioni partigiane (e, di fatto, a non combattere contro i fascisti), a boicottare gli scioperi delle fabbriche del nord contro i nazifascisti e anzi fraternizzare con i “proletari” tedeschi. Fondamentalmente, si dava indicazione di "restare in luoghi sicuri" (se vuoi, ti riporto l'espressione esatta usata nell'appello), in attesa della fine della guerra e del momento della lotta rivoluzionaria.

Fonti e documenti sono in rete (Avantibarbari, Quinterna, Leftcom, eccetera), comunque in passato (non in questo forum) ne ho fatto una antologia che ritengo abbastanza completa e veritiera. Se vuoi posso riportartela.
Anche Mannoio/Foiegras ha ritenuto opportuno “ricordarlo” copiaincollando un mio vecchio breve testo a riguardo, nella discussione su Lc.

Comunque, per informazioni sul Cln, già la pagina di Wikipedia è breve ma corretta, nelle cose che riporta.
Si riporta anche il fatto che
CITAZIONE
Rimasero fuori anche alcuni gruppi di sinistra che non accettavano il compromesso dell'unità nazionale su cui si basava il CLN che prevedeva la "precedenza alla lotta contro il nemico esterno, spostando a dopo la vittoria il problema dell'assetto Istituzionale dello Stato".

Altro testo importante riguardo la posizione delle formazioni della sinistra comunista e comunque quelle non legate al Pci è quello di
Arturo Peregalli “L’altra resistenza- Il Pci e le opposizioni di sinistra 1943-1945” (Graphos), in cui, oltre quelle del Mcd'I-Bandiera Rossa, si illustrano mi sembra esaurientemente e correttamente e con dovizia di materiale e citazioni, le posizioni e l’azione di formazioni minoritarie o ultraminoritarie, come Partito Comunista Internazionalista, Partito Operaio Comunista, Unione Spartaco, Partito Comunista Integrale-Stella Rossa, Partito Comunista Indipendente, o il gruppo che si trovava intorno al giornale “Il Lavoratore”, di Carlo e Mauro Venegoni, eccetera. Tutte formazioni con posizioni differenti anche notevolmente tra esse.

Peraltro, l’elenco di otto militanti/simpatizzanti del PcInt morti durante l’occupazione nazista, perché uccisi dai nazifascisti o perché deportati in campi di concentramento, che circola in rete e sui forum e blog della sinistra comunista, è tratto dal testo di Peregalli (ora non ho tempo di ritrovare la pagina esatta).

Te lo scrivo senza alcun intento di critica o di polemica, Sepher: quali che siano le tue posizioni politiche, è fondamentale che tu conosca bene le vicende della storia contemporanea del ventesimo secolo, soprattutto, ovvio, quelle della sinistra, che si tratti della resistenza, del Cln, dei paesi del socialismo reale, della guerra di Spagna, della rivolta ungherese, delle lotte anticoloniali, delle lotte operaie della seconda metà del secolo, della contestazione, eccetera.

Potresti cominciare con un buon manuale di storia, per una visione generale (ad esempio il Sabbatucci-Vidotto), oppure, cito i primi che mi vengono in mente, con testi come “Il secolo breve”, di Eric Hobsbawm o “Trionfo e crollo del predominio europeo”, di Pasquale Villani (ed.Il Mulino), per una visione complessiva di base.
Per quanto riguarda il movimento operaio, la sinistra, il Pci, la sinistra comunista, i paesi del socialismo reale (chiamalo capitalismo di stato, se preferisci), eccetera, ci sono quintali di titoli ancora reperibili abbastanza facilmente.
Riguardo la resistenza, ad esempio, se vuoi posso farti un elenco, quando avrò tempo. Naturalmente ti segnalerò testi di varia impostazione, in parte dell’area “stalinista”, poi starà a te incrociare le diverse e talvolta contrastanti informazioni ed analisi con quelle di testi di altra tendenza (appunto la sinistra comunista) e farti una tua idea.

Ciao

Ringrazio tutti delle risposte, in particolare Nostalgico, era proprio quello che mi serviva! Grazie mille :)
 
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view post Posted on 15/12/2011, 00:52

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Il PCInt, come accenna N-Z, non partecipò alla lotta partigiana e fece anzi propaganda contro di essa, per disertare il Cln e per convincere gli operai e i proletari a non aderire alle formazioni partigiane (e, di fatto, a non combattere contro i fascisti), a boicottare gli scioperi delle fabbriche del nord contro i nazifascisti e anzi fraternizzare con i “proletari” tedeschi. Fondamentalmente, si dava indicazione di "restare in luoghi sicuri" (se vuoi, ti riporto l'espressione esatta usata nell'appello), in attesa della fine della guerra e del momento della lotta rivoluzionaria.

Nostalgico, questa ricostruzione non è totalmente corretta, anzi.
CITAZIONE
(e, di fatto, a non combattere contro i fascisti)

. Il Partito comunista internazionalista diceva di non combattere contro i fascisti?!!!!!!!
CITAZIONE
a boicottare gli scioperi

Boicottae gli scioperi?!

Ti invito a leggere questo
www.leftcom.org/it/articles/1945-04...ive-e-direttive
Cito dal documento (occhio alle parti in grassetto)
CITAZIONE
Il nostro intervento sarà dunque ispirato a questi criteri:

1)critica preventiva delle finalità politiche e della direzione tattica dell’insurrezione nazionale e dello sciopero armato;
2)intervento nel moto insurrezionale dovunque esso assuma carattere di massa, e azione in esso come forza politica differenziatrice;
3)sfruttamento dell’agitazione in corso per la conquista di quelle posizioni che possano giovare sia alla prosecuzione della battaglia proletaria nei mesi che verranno, sia al potenziamento del Partito.

Per quel che riguarda il 1° punto, l’opera dei compagni deve essere estremamente vigile e tattica: non impostare la nostra critica sul sabotaggio astratto dallo sciopero e dell’insurrezione, ma sulla chiarificazione delle sue finalità e dei suoi obiettivi, sull’indicazione dell’errore politico di moti insurrezionali a scopi semplicemente democratici e, peggio ancora, patriottardi e bellicisti; indicare sempre che, comunque, nel caso che moti di massa si verifichino, il nostro posto sarà accanto al proletariato per orientarlo per partecipare alla lotta con nostre e classiste parole d’ordine.

Per quel che concerne il 2° punto, è ovvio che, intervenendo in azioni di massa e solo in esse, noi combattiamo lo stesso apparato repressivo fascista che gli altri movimenti politici combattono; ma il nostro compito rimane sempre quello di far leva sul nostro raggio d’influenza in seno alla classe operaia affinché, sulla sanguinosa esperienza, questa esca armata degli strumenti politici e pratici indispensabili per procedere, nelle fasi successive della crisi, verso la meta finale della conquista del potere.

Riguardo al 3° punto, la parola d’ordine che il P. lancerà, attraverso la stampa ai compagni di base, saranno:

armamento del proletariato;
costituzione in organismi di fronte unico operato dal basso (consigli di fabbrica, ecc.) a difesa delle eventuali conquiste realizzate e per l’estensione della lotta di classe secondo un piano unitario in regime democratico.

Queste parole d’ordine hanno per i membri del P. e per i gruppi di fabbrica carattere impegnativo: la prima, nel senso che nulla deve essere trascurato per rinforzare l’armamento del P. e in genere degli organismi operai; la seconda, nel senso che i nostri gruppi di fabbrica devono essere gli elementi propulsori di ogni iniziativa unitaria con finalità di classe sui posti di lavoro.

È ovvio che tutti gli episodi di lotta proletaria che potranno verificarsi (occupazione di fabbrica, espropriazioni, ecc.) i compagni parteciperanno sempre con una duplice funzione di chiarificazione degli obiettivi e di impulso a portare la lotta su un terreno esplicitamente classista e non limitato alla contingenza della lotta contro il fascismo.

I compagni eviteranno — anche per non compromettere i nostri già esili quadri — ogni iniziativa parziale a sfondo attivistico che esca dai limiti tracciati più sopra. Chiarimenti di carattere pratico verranno dati nelle prossime riunioni di capigruppo.
Il C.E. del P.C.Internazionalista

 
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liberatario
icon4  view post Posted on 15/12/2011, 23:45




ANARCHICI E RESISTENZA (documento parziale ma indicativo...esiete un più completo "mondo" sulla stampa libertaria)

www.fdca.it/ciclostile/resistenza.htm
 
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babeuf
view post Posted on 17/12/2011, 16:17




Gli anarchici hanno avuto un ruolo importante nella resistenza anche a Bologna. Non a caso il Cassero di P.S.Stefano fu affidato agli anarchici come risarcimento per l'esproprio della sede Usi da parte dei fascisti.
Insomma la resistenza si poteva fare anche con posizioni diverse dal Pci. Chi non vi ha partecipato si e' condannato all'irrilevanza politica.
 
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view post Posted on 18/12/2011, 00:56

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Pensa che c'è chi in quella fase storica ha lottato non solo contro i fascisti ma allo stesso tempo anche contro gli stalinisti e il CLN tutto. Chi ha promosso la lotta non solo contro uno dei due schieramenti in guerra ma contro tutti gli schieramenti!

Scioperi, proletari armati (soldati e partigiani), crisi politica (armistrizio del 43), in un contesto del genere i comunisti internazionalisti cosa dovevano fare? Lavorare per una prospettiva rivoluzionaria! Hanno formato un partito rivoluzionario in clandestinità, sono andati tra i partigiani per spingerli a lottare contro l'imperialismo, hanno lottato contro tutti (CLN, fascisti, tedeschi, americani...) e tutto, rimettendoci libertà e anche la vita, insomma... si può essere in accordo o meno ma non puoi dipingere gli internazionalisti come chi in quel periodo non ha fatto un c., hanno fatto i comunisti.
 
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babeuf
view post Posted on 18/12/2011, 10:05




Non ho mai dettto non facevano un c.., non e' il mio stile. -_-
Semplicemente ho detto che era una posizione che portava alla paralisi politica e ho evidenziato che anarchici, troschisti avevano un'altra posizione.
E che nella stessa sinistra comunista prima in Spagna poi nel 43/45 ci sono state posizioni diverse.
Poi certo, io penso che mettere sullo stesso piano i repubblichini e i partigiani fosse ben piu' che un errore politico.
 
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liberatario
view post Posted on 18/12/2011, 22:32




vorrei saperne di più sui militanti comunisti internazionali ed il PCInt. nel periodo del 43/45 , confesso che non conosco neanche loro posizione riguardo la guerra di spagna e la rivoluzione anarchica catalana, qualcuno sa indicarmi testi o altro ? brevi sintesi anche ? per i troschisti posso dire che loro sulla spagna sorpassarono troskji che inizalmente non comprese (d'altronde aveva massacrato i rivoluzionari di Kostrand nel 1921) comunque se i comunisti internazionalisti avevano questa posizione contro i CLN perchè parteciparono alle elezioni del 1946, le uniche cui parteciparono? sarebbe giusto avere un giudizio critico scevro da partigianeria se si vuol essere scientifici?

salud
 
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LevSedov
view post Posted on 19/12/2011, 09:46




d'altronde aveva massacrato i rivoluzionari di Kostrand nel 1921

Hahaha, beh dal loro punto di vista anche i fascisti hanno fatto una rivoluzione.

Comunque sa hai voglia dai un'occhiata a Questo Topic.
 
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18 replies since 6/12/2011, 20:39   639 views
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