Forum Comunista Internazionalista

Emilio Mentasti - Senza Tregua, recensione

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redmizar
view post Posted on 16/3/2011, 19:43




Emilio Mentasti - Senza Tregua

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Storia dei comitati comunisti per il potere operaio (1975-1976) 272 pp. con decine di foto e riproduzioni anastatiche dell'epoca, indice dei nomi. 18 comprese le spese di spedizione.
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In Italia l'interesse storiografico per i movimenti antagonisti che hanno permeato la società negli anni Settanta è schiacciato tra il revival sessantottesco, il rapimento Moro e le successive ipotesi dietriste. Tutto il resto di quella storia scompare, sommerso da ricostruzioni approssimative o molto personali.
Questo libro prende in esame una delle numerose esperienze organizzate che si resero protagoniste di quella lunga stagione di lotte: i Comitati comunisti per il potere operaio.
È una storia breve (si svolge dal 1975 al 1976) ma assolutamente esemplare per i contenuti e la pratica politica che ha espresso.
La sua conoscenza è da ritenersi fondamentale per chi è interessato a quel periodo della storia italiana: per le origini del gruppo, per i temi politici e organizzativi che ha introdotto nel movimento rivoluzionario del periodo, per gli sviluppi successivi allo scioglimento del gruppo.
Il libro utilizza abbondanza di generi di fonti, ma la ricostruzione è basata per lo più sull'esame di documenti come riviste, volantini e manifesti i cui autori sono gli stessi protagonisti della vicenda.
Questa storia di "Senza tregua" non si limita al solo periodo in cui questo gruppo nasce e muore, ma retrocede nel tempo, andando all'origine delle componenti che gli hanno dato vita, che sono fondalmente due: quella che proviene da "Lotta continua" e quella che deriva da "Potere operaio".
Gli anni Settanta sono stati frettolosamente archiviati, se non addirittura rimossi, ma nonostante sembrino già lontanissimi sono invece ancora relativamente recenti. Questo nuovo contributo di Emilio Mentasti li affronta abbattendo tanti luoghi comuni, e senza fare sconti a nessuno fa parlare i documenti, i quali per loro natura non si prestano facilmente ad essere manipolati anche se danno adito a diverse interpretazioni delle elaborazioni politiche di chi li ha prodotti.

Introduzione
Gli anni Settanta sono stati l'ultimo periodo in cui è sembrato possibile costruire in Italia l'alternativa storica alla società capitalistica. Da allora un velo di ambiguità, ignoranza e paura è sceso su tutto ciò che ha investito quel periodo, non a caso chiamato degli "anni di piombo", metallo pesante, grigio, plasmabile e perciò ambiguo.
L'importanza di scrivere di quegli anni perciò non sta solo nel ragionare sulla bontà delle idee promosse o sul fatto che fosse realmente possibile un cambiamento, ma nel capire che, contrariamente a quanto ci viene proposto, allora esisteva la consapevolezza di una tensione tra ciò che "è" e ciò che "dovrebbe essere", dimensioni tra loro antagonistiche ma non per questo meno reali, anzi è proprio dalla dialettica che si sviluppano le contraddizioni reali. Solo accettando queste due dimensioni si può sostenere la potenzialità come possibilità storica e la sua realizzazione come evento storico: immaginare una società più libera e giusta era visto come alternativa possibile e perciò reale. Sopprimere questa dimensione di potenzialità considerandola irrazionale significa sopprimere la storia e la questione perciò diventa politica. La realtà che ci appare oggi è quella di categorie di pensiero divenute intercambiabili con i loro opposti, tanto da identificarsi spesso con questi, respingendo e dimenticando così la realtà storica. Vengono così negati gli orrori del fascismo, deformata l'idea di socialismo, si dimenticano le condizioni che fondano la democrazia, si perde il contenuto della libertà. Tale appiattimento permette di confondere dittature con democrazie, guerra con pace, alienazione con benessere e progresso. I vecchi concetti storici sono invalidati da nuove definizioni imposte, che servono a trasformare la falsità in verità.
In un mondo tutto proiettato a terminare la conquista della natura, la razionalità progressista non sa che farsene della ragione storica. La lotta contro la storia è parte di quella contro la mente in cui potrebbero svilupparsi facoltà e forze centrifughe, tali da intralciare l'integrazione totale dell'individuo nella società. Ricordare il passato può dare origine a intuizioni pericolose e la società stabilita sembra temere i contenuti sovversivi della memoria. Ricordare è un modo di dissociarsi dai fatti come sono, un modo di "mediazione" che spezza per brevi momenti il potere onnipresente dei fatti dati. La memoria richiama il terrore e la speranza dei tempi passati, il ricordo fa in modo che nell'individuo si affermino le paure e le aspirazioni dell'umanità, così che ognuno possa trovare l'universale nel particolare.
Il problema di un'umanità senza memoria non è perciò legato alla decadenza della società attuale ma è invece connesso al progresso della stessa. Essa si caratterizza per il principio della razionalità e liquida il ricordo, il tempo e la memoria come residui irrazionali. La progressiva razionalità della società industriale avanzata, prevede quindi l'impossibilità della memoria: se siamo in grado di riconoscere il passato come presente, se riusciamo a collegarci con esso, contrastiamo la razionalizzazione del pensiero da parte della realtà stabilita. In questo modo si può combattere la chiusura verso altri discorsi e comportamenti possibili, si possono sviluppare concetti che scuotono la stabilità di una società chiusa in se stessa. Avere una coscienza storica significa dotare il proprio pensiero critico di un metro di giudizio che cerca nella storia dell'uomo i criteri della verità e della falsità, del progresso e della regressione. Mettere in relazione il passato con il presente mette in luce i fattori che hanno prodotto i fatti, che hanno determinato il modo di vita, che hanno deciso chi era il padrone e chi il servo; proietta i limiti del presente e le alternative possibili.
Acquisire questa coscienza critica significa sfondare l'universo chiuso del discorso e la sua struttura pietrificata.
Così scrive Marcuse:

Il Manifesto comunista fornisce un esempio classico. In esso ciascuno dei due termini chiave, borghesia e proletariato, governa dei predicati contraddittori. La borghesia è il soggetto del progresso tecnico, della liberazione, della conquista della natura, della creazione di ricchezza sociale, e della perversione e distruzione di questi risultati. In modo simile, il proletariato regge gli attributi dell'oppressione totale e della sconfitta totale dell'oppressione. (Herbert Marcuse, L'uomo a una dimensione, 1967, Einaudi).

Questo libro tratta della storia dei Comitati comunisti per il potere operaio, formazione politica che ha operato in Italia tra il 1975 e il 1976. "Senza tregua" era la rivista dei Comitati, così il gruppo veniva comunemente chiamato con lo stesso nome. La formazione ha avuto un ruolo di grande rilievo nel movimento antagonista di quegli anni e perciò, data l'incisività di quel movimento, nell'intera società italiana fortemente attraversata dalle lotte di quegli anni. Il periodo in cui opera Senza tregua vede l'emergere impetuoso dell'area dell'Autonomia operaia e la crisi dei gruppi extraparlamentari e non a caso i Comitati comunisti si formano da fuoriusciti di Lotta continua e Potere operaio, riprendendone i temi: egualitarismo, rifiuto della delega, autonomia e centralità operaia, ristrutturazione economica per ridisciplinare le fabbriche, no al riformismo, giustizia proletaria e decreti operai, organizzazione come problema del movimento. Per coloro che effettuano la scelta di aderire ai Comitati comunisti non esiste una frattura fra le lotte politiche del '68 e quanto avviene negli anni successivi. Dal loro punto di vista il periodo deve essere interpretato come una lunga battaglia unitaria; secondo i protagonisti del libro, il '68 dimostra chiaramente come la classe dirigente italiana, sia quella dei tradizionali partiti di potere che quella della sinistra "storica", sia attraversata da una crisi profonda, e come in Italia esista una forte possibilità di tentare la via rivoluzionaria da parte operaia e studentesca.
Fatti come l'omicidio Pedenovi a Milano, le prime gambizzazioni di capireparto, la costruzione dell'organizzazione comunista combattente Prima linea, non sono solo azioni violente e illegali, ma rappresentano l'esplicazione di un progetto politico più ampio che si renderà maggiormente visibile negli anni successivi: l'idea che alla lotta legale si debba unire quella illegale così da immaginare la biunivocità della militanza che deve essere politica e militare contemporaneamente; la necessità di innalzare il livello dello scontro arrivando a organizzare il secondo omicidio politico di sinistra in Italia; e ancora, il rifiuto della lotta armata e della clandestinità come momenti strategici della prassi rivoluzionaria per rimanere ostinatamente all'interno del movimento, farne parte.
Tra le formazioni interne all'area dell'Autonomia operaia, i Comitati comunisti sono tra le poche che rimangono fedeli all'idea della centralità operaia, alla necessità perciò di costruire Comitati nelle fabbriche e nei reparti per arrivare ad avere poli operai in grado di generare l'organizzazione operaia rivoluzionaria, quella che deve decretare le proprie leggi, indipendentemente da quelle borghesi.
Senza tregua è importante anche per le scelte che faranno i suoi protagonisti dopo la sua fine. Nell'ultima parte del libro si accenna al termine dell'esperienza dei Comitati comunisti che si divideranno in almento tre momenti organizzativi differenti: Prima linea, Comitati comunisti rivoluzionari e Unità combattenti comuniste. Tutti e tre con processi organizzativi diversi, ma con l'idea che il processo rivoluzionario non può che essere violento, che la quota di violenza da esprimere deve essere immediatamente cospicua, che la scelta della lotta armata è un opzione non rimandabile nel tempo. Non è certo una novità, le Brigate rosse sono vive e vegete, altri gruppi armati come i Gap sono già scomparsi, altri stanno per farlo come i Nuclei armati proletari: la differenza sta nel fatto che i militanti dei Comitati non immaginano la scelta armata come strategica.

È una storia piuttosto complessa sia per le origini che per gli sviluppi successivi al suo scioglimento. Proprio per rendere più chiare le vicende del gruppo, è stato necessario iniziare la ricerca ricostruendo anche la fase storico politica degli anni immediatamente precedenti, con specifica attenzione ai due gruppi da cui provengono i militanti dei Comitati: Lotta continua e Potere operaio. Ciò è importante perché i Comitati perseguono una linea politica che reputano in assoluta coerenza col proprio passato organizzativo. Questa parte, che compone i primi due capitoli del libro, non è certo una disamina completa dell'esperienza dei due gruppi, ma vi si evidenziano quelle caratteristiche e quelle posizioni che più influenzeranno alcuni loro ex militanti nel costituire la nuova formazione extraparlamentare. La storia di Lotta continua e Potere operaio viene perciò trattata non per una ricostruzione completa ma al fine di rendere più comprensibile il passaggio alla nuova formazione, viene data perciò maggiore enfasi a quei temi e a quelle pratiche che poi accompegnaranno l'esperienza dei Comitati comunisti per il potere operaio. La trattazione che si interessa di Lotta continua termina agli inizi del 1975, cioè fino a quando alcuni suoi militanti escono dall'organizzazione per formare il gruppo di Senza tregua.

Il libro compie una ricostruzione basata quasi esclusivamente su fonti dell'epoca, utilizzando per lo più documenti come articoli, volantini e manifesti i cui autori sono gli stessi protagonisti della vicenda. In alcuni casi sono stati consultati atti processuali, ben sapendo che questi contengono una verità parziale, in quanto chi rende dichiarazioni in condizioni di restrizione non può mai essere libero di esprimersi per intero. Questo vale ancora di più per le dichiarazioni fornite da imputati che ne hanno ricavato qualunque beneficio. Se ne è tenuto comunque conto perché quanto ricostruito è anche una storia illegale che ha avuto grande interesse giudiziario; certe "verità" infatti sono documentate solo negli atti di qualche processo, e quindi la scelta è stata quella di tenerne conto solo laddove tali documenti risultassero indispensabili a una ricostruzione più completa della vicenda di Senza tregua e dei Comitati comunisti per il potere operaio.
Un'altra precisazione, questa volta non di metodo ma di contenuto. La partecipazione all'attività dei Comitati comunisti era molto eterogenea e a vari livelli, non sempre in comunicazione tra di loro, pertanto la loro pratica non può assolutamente essere schiacciata sui pochi "fatti di sangue" commessi, non tutti sapevano, non tutti concordavano, il turn over nell'organizzazione era elevato. Dalla lettura del libro risulterà evidente che l'attività dei Comitati è stata molto variegata, in sintonia con quello che era il movimento antagonista di quegli anni.

indice del volume
Introduzione

Capitolo I
Lotta continua
L'anomalia italiana
Il movimento e la violenza antimperialista
L'intervento politico a Mirafiori
Nasce Lotta continua
La controffensiva reazionaria e la violenza rivoluzionaria
Da Prendiamoci la città allo scontro generale
La morte di Luigi Calabresi
Cile e compromesso storico
La crisi economica
Il dibattito in Lotta continua a Milano
La prima fuoriuscita dalla sezione di Sesto San Giovanni
Capitolo II
Potere operaio
Da "La classe" a "Potere operaio"
La III conferenza d'organizzazione
Lavoro illegale e Faro
La crisi di Potere operaio e il congresso di Rosolina
Gli ultimi mesi di Potere operaio
Capitolo III
Senza tregua
L'Autonomia operaia
Da Potere operaio a Linea di condotta
Crisi e ristrutturazione economica
Il "male italiano"
Corrente e Frazione
I primi tentativi organizzativi
"Senza tregua"
I Comitati operai
Le "giornate di aprile"
No all'unità operaia
Il ferimento Fossat
L'intervento nelle situazioni locali: Roma, Firenze, Bergamo, Napoli
Il ferimento De Marco
No al decretone antioperaio
L'omicidio Pedenovi
I Comitati comunisti a Torino
Le elezioni del 20 giugno 1975
Seveso
Nasce il Coordinamento operaio milanese
Realismo della politica rivoluzionaria
Il golpe dei sergenti
Indice dei nomi
Indice dei luoghi

Approfondimenti
Valle Giulia
Corso Traiano
Le differenze tra PotOp, Lc e i gruppi marxisti-leninisti
Il Circolo Lenin
La Lip
Le stragi di piazza della Loggia e del treno Italicus
Gruppo Gramsci
Alcune brevi note biografiche di Guattari, Deleuze e Foucault
San Basilio
Legge Reale
La spesa proletaria
Luglio '60
Le "giornate di aprile" a Milano
Vietnam
La Rivoluzione dei garofani
Salario per il lavoro domestico
"La Voce operaia" e "Senza tregua"
I circoli giovanili torinesi
Considerazioni su "Senza tregua"
Il disastro di Seveso
I Comitati autonomi romani e "Senza tregua"

www.spazioalternativo.org/
 
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tommyrocker
view post Posted on 16/3/2011, 23:18




lo voglio
 
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pea
view post Posted on 23/4/2014, 00:12




Ciao, ho visto altre foto di questa serie del tuo libro... una ancora più da vicino... mi sembra... una copertina di Rosso degli anni '70... non reìiesco a trovarla su Internet (a parte questa) tu la hai? Se me la potessi far avere od indicarmi dove posso trovarla sul web ti sarei molto grato... ciao e grazie!
 
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lotusflower1
view post Posted on 23/4/2014, 20:20




Il riformismo estremista in salsa contro-potere... è tanto suggestivo nelle forme, quanto inconsistente in politica.
 
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topinambur
view post Posted on 20/9/2014, 21:15




Dopo il "partito dell'insurrezione" potopista e "l'ora del fucile" dei lottacontinuista è arrivata l'ora delle redazioni (Mieli, Sofri, ecc.), ed il partito della TV privata o di stato.
"Gli anni Settanta sono stati l'ultimo periodo in cui è sembrato possibile costruire in Italia l'alternativa storica alla società capitalistica."
Poi finalmente sono arrivati gli anni 80. 90, 00, 10 ecc gli anni delle carriere.
Non una delle parole d'ordine e delle analisi di tali personaggi sono durate, ma la lobby imperversa ancora, anche se più comodamente di quando se ne andavano alla spicciolata.
 
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4 replies since 16/3/2011, 19:43   444 views
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