Forum Comunista Internazionalista

Arrigo Cervetto

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cucchiaroni82
view post Posted on 10/6/2010, 14:37




Arrigo Cervetto (1927-1995)


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Rivoluzionario italiano, tra i fondatori di Lotta Comunista. A. Cervetto è nato a Buenos Aires il 16 aprile 1927, figlio di emigranti italiani.
Giovane operaio all'llva di Savona, Cervetto partecipò, dopo la crisi politico-militare del fascismo avvenuta l'8 settembre, alla guerra civile contro il nazi-fascismo, ricevendo la "Croce al Merito".
Dall'esperienza partigiana, al rifiuto dello stalinismo e della 'Svolta di Salerno' e alla lotta contro il "nullismo anarchico", passeranno cinque anni di intenso studio del marxismo.
Nel marzo 1950 Cervetto participa al primo Congresso organizzato a Genova-Pontedecimo da un gruppo anarchico intenzionato a riorganizzare la FAI (Federazione Anarchica Italiana). La FAI non era in effetti una vera e propria organizzazione "anarchica"; essa, infatti, raccoglieva svariate correnti antistaliniste, compresa quella leninista di cui Cervetto era parte.
Comincia allora per Cervetto una lunga stagione di battaglia politica e teorica che si concretizza, inizialmente, nella collaborazione con giornali quali "Il Libertario" di Milano (che, dal maggio 1950 al maggio 1951, ospita 21 articoli di Cervetto sulle questioni della 'guerra fredda' e della 'decolonizzazione', articoli poi raccolti nel libro 'L'imperialismo unitario') e "L'Impulso" (1950-57).
L'attività politica di Cervetto, così come quella all'interno dei sindacati, non si è mai staccata dal contemporaneo sforzo di coagulare un nucleo di operai rivoluzionari uniti da omogeneità teorica quale "precondizione necessaria per la costruzione del partito operaio in Italia".
Gli anni 1950-51 sono anni di intensa attività riorganizzativa nella quale il maggior contributo di Cervetto è collegato alla sua battaglia teorica. Il "nullismo anarchico", che aveva ormai infettato la stessa FAI, portò alla costruzione, al Congresso Nazionale di Genova-Pontedecimo del 28-29 febbraio 1951, dei GAAP ("Gruppi Anarchici di Azione Proletaria").
Malgrado l'intenzione sia di raggiungere il massimo di omogeneità programmatica e organizzativa, nella nuova organizzazione convivono due distinte concezioni teoriche e due tradizioni, destinate a scindersi: quella marxista e leninista rappresentata da Arrigo Cervetto e quella anarchica rappresentata da Pier Carlo Masini.
Come contributo di indirizzo alle Tesi approvate dal convegno, Cervetto scrive:
'Non esistono due imperialismi di diverso grado e natura [quello russo e quello americano], fra i quali la classe lavoratrice possa avere la possibilità di scelta. Esiste l'imperialismo come manifestazione unitaria di una società divisa in classi ed in Stati: blocco unico pur scosso e agitato da laceranti contraddizioni interne. Non si pone perciò per il proletariato mondiale il problema di una scelta che non sia appunto fra imperialismo e anti-imperialismo'.
L'imperialismo indivisibile diventa il tema costante dei contributi d'analisi, basti l'esempio di alcuni titoli: 'L'imperialismo è indivisibile, l'URSS è condizionata dagli USA'; 'L'imperialismo indivisibile vero aggressore in Corea'.
Nell'analisi di Cervetto questa indivisibilità dell'imperialismo si riflette nelle contraddizioni interne alle due centrali imperialistiche, assumendo la forma di crisi periferiche.
Alla terza conferenza nazionale dei GAAP, nel settembre 1953 a Livorno, Cervetto richiama però la tendenza di certe minoranze rivoluzionarie a 'considerare l'imperialismo come una macchina immensa, un enorme compressore', che non lascerebbe alcun margine all'azione rivoluzionaria.
Questa messa a punto sull'imperialismo è collegata alla tattica sindacale. Cervetto critica, a questo punto, i gruppi della Sinistra comunista, eredi del bordighismo, che intendono la fase controrivoluzionaria negando la possibilità di una tattica sindacale. Poiché considerano i sindacati completamente integrati e controllati dai 'due blocchi', essi finiscono per negare ogni impegno dei militanti nelle manifestazioni sindacali. Egli afferma invece l'impegno nella tattica sindacale. La tattica sindacale è un dettato permanente del partito, nella consapevolezza che essa è condizionata dal ciclo capitalistico.
Segue la collaborazione alla rivista "Prometeo", nuova serie (1954, 1959 e 1960), e al giornale "Azione Comunista" (1957-64).
La collaborazione con 'Azione Comunista' (nato nel 1955 da una costola massimalista del PCI) avviene pertanto nella preoccupazione di non fare concessioni al massimalismo e agli atteggiamenti di pura dissidenza. Ricorda Lorenzo Parodi, stretto colaboratore di Cervetto, "La nostra collaborazione al giornale ['Azione Comunista'] metteva in luce due linee: quella agitatoria dei dissidenti del PCI e di coloro che erano rimasti imbrigliati nella socialdemocratizzazione, e quella dei leninisti.
"Quando il pragmatismo senza principi dei primi farà entrare in crisi il giornale, il nostro gruppo si assumerà la responsabilità di trasferire a Genova le pubblicazioni, per dare un'espressione omogenea al suo indirizzo, anticipando con esso la funzione di organizzatore collettivo dei gruppi leninisti che sarà poi assunto da 'Lotta Comunista'."
Cervetto arriva alla formulazione delle Tesi del 1957 sullo sviluppo imperialistico, sulla durata della fase controrivoluzionaria e sullo sviluppo del partito di classe quando sulla Sinistra comunista incombe il problema di un salto di qualità: occorre sottrarsi all'ondata social-imperialista accelerata dalla destalinizzazione.
Il 'Che Fare?' proposto dalle Tesi riguarda l'abbandono di ogni immediatismo politico, per condurre una battaglia teorica che faccia argine all'opportunismo al momento in cui la conseguenza italiana della destalinizzazione è la socialdemocratizzazione degli ex partiti operai. Nel novembre 1957 a Livorno, afferma chiaramente: "[...] La burocratizzazione di tali partiti [PCI e PSI] non è un fenomeno degenerativo del movimento operaio ma è una necessità del capitalismo rivolto a stabilire, tramite i suoi agenti politici, la propria egemonia sul movimento, operaio. è assurdo pensare di competere con questa forma particolare dell'organizzazione dell'egemonia capitalistica". Di qui l'esigenza di fondare un nuovo partito che sia di classe e rivoluzionario.
La lotta, l'esperienza, la realtà affrontate da quel lontano 1957 si riassumeranno in 'Lotta Comunista'.
Il partito rivoluzionario è espresso dalle condizioni oggettive: 'non può essere il frutto della pura volontà politica e teorica'. Senza le condizioni obiettive, in sviluppo quando le masse proletarie, spinte da particolari condizioni di crisi economica, esprimono un movimento rivoluzionario dal basso, se pur generico e confuso, 'la lotta del partito rivoluzionario contro la sovrastruttura riformistica è molto limitata e ottiene risultati parzialissimi'.
In una situazione controrivoluzionaria, la lotta è 'forzatamente ridotta al recupero e alla formazione dei quadri'.
Lo strumento Partito "si sviluppa con il lavoro quotidiano di organizzazione e di educazione del proletariato e non si affida alle ondate di spontaneità e alla aspettativa di combinazioni multiformi ed eccezionali".
L'approfondimento della strategia leninista del ruolo della Rivoluzione d'Ottobre come acceleratore dello sviluppo capitalistico in Asia, permette di fissare alcuni cardini dell'analisi politica. La battaglia contro l'influenza dell'ideologia maoista in Italia, lo studio anticipatore del ruolo della Cina nelle lotte interimperialistiche, insieme all'approfondimento della politica del Comintern sulla questione "nazionale e coloniale", sono i temi delle prime pubblicazioni di Cervetto in questa seconda stagione: "Lenin e la rivoluzione cinese" (pubblicato in forma d'articoli in "Azione Comunista" nel 1962, stampato poi a Roma nel 1966 come opuscolo nelle Edizioni di Lotta Comunista ed ora presente nella raccolta 'L'imperialismo unitario'); "La controrivoluzione indonesiana" (uscito in forma di articoli su "Lotta Comunista" nel 1966, pubblicato in opuscolo nel 1969 ed ora presente ne 'L'imperialismo unitario'); "La teoria maoista del fronte unico" (del 1969, stampato in forma d'opuscolo nel 1972, 'L'imperialismo unitario')
Nello stesso tempo vede la luce lo studio sulla concezione leninista dell'azione politica come fondamento scientifico della soluzione "ai problemi lasciati insoluti dall'inclinazione oggettivista di Bordiga e da quella soggettivista di Trotsky": si tratta di "Lotte di classe e partito rivoluzionario", (Edizioni Lotta Comunista, Roma, 1966, originariamente pubblicato in forma d'articoli in "Azione Comunista" nel 1964). Cervetto conosceva Bordiga, ed adottò la sua formulazione del "Capitalismo di Stato" in relazione alla Russia 'Sovietica'. Egli criticò però la posizione, sostenuta da Bordiga alla fine della seconda guerra imperialistica mondiale, dell'esistenza di una sorta di "super-imperialismo" americano. "è evidente nel pensiero di Bordiga — scrive Cervetto ne "La difficile questione dei tempi" — un'esagerata sopravvalutazione della forza degli Stati Uniti, della debolezza dell'Europa e della distruzione di capitale fisso mondiale [avvenuta negli anni del conflitto bellico]", nell'ottica bordighiana pare quasi via sia "una nuova forma di dominio, che annulla temporaneamente l'acutezza dei conflitti inter-imperialistici". A causa di tale posizione, continua Cervetto nella sua critica, Bordiga si è ritirato in una forma di "attendismo" (espressa nella sua distinzione tra 'partito storico' - strumento della continuità teorica e dottrinale - e 'partito formale' - strumento dell'azione rivoluzionaria); tale posizione bordighiana è posta sotto severa critica anche da parte di Onorato Damen), limitando l'azione politica del partito alla "difesa del programma" e ostacolando quindi, involontariamente lo sviluppo di un attivo partito rivoluzionario in Italia.
Riguardo i tempi e la durata del periodo controrivoluzionario, Cervetto si richiama alla questione asiatica, alla industrializzazione dell'India e della Cina, ossia al tempo occorrente perché questi paesi raggiungano un livello di sviluppo 'intermedio', tale da incentivare l'esportazione capitalistica e, direbbero oggi i pappagalli dell'imperialismo, la 'mondializzazione' dell'economia.
Il consolidamento e lo sviluppo del Partito leninista in Italia permetterà a Cervetto d'iniziare un lungo lavoro di sistemazione della sua cinquantennale attività teorica, al fine di pubblicare in forma organica i principali temi della sua analisi.
"L'Imperialismo unitario", in cui organicamente è raccolto il materiale d'analisi del corso dell'imperialismo mondiale dagli anni '50 fino al 1980, esce nelle Edizioni Lotta Comunista a Milano nel 1981.
"La contesa mondiale", Milano, 1990, dove la contesa imperialista degli anni '80 è considerata come una "prima conclusione di una guerra di capitali in corso da cinquant'anni": sul fronte orientale la Russia ha perso e la Germania ha vinto, mentre sul fronte occidentale l'esito è ancora aperto.
"Il ciclo politico del capitalismo di Stato, 1950-1967", Milano, 1989: la tendenza alla formazione del capitalismo di Stato viene individuata nello sviluppo della produzione capitalistica, e lo stalinismo considerato come movimento politico sostenitore di quella forma giuridica di proprietà.
"L'ineguale sviluppo politico, 1968-1979", Milano, 1991: un bilancio dello sviluppo del capitalismo italiano negli anni '70 e l'analisi del profondo squilibrio fra il movimento dell'economia ed il movimento della sovrastruttura politica.
"La difficile questione dei tempi", Milano, 1990, dove Cervetto interviene nel dibattito sui tempi della rivoluzione fra Stalin, Trotsky e Bordiga: mentre è possibile scientificamente individuare la tendenza generale, o evoluzione come la chiama Lenin, del capitalismo e prevedere l'inevitabilità dei suoi sbocchi o risultati, è impossibile prevedere le sue scadenze, ove entra come fattore attivo il Partito.
Infine, la riflessione sulla concezione materialistica della politica, iniziata a metà degli anni '70, l'analisi della "testa politica" affrontata col metodo di studio del "corpo sociale", viene pubblicata ne "L'involucro politico", nel febbraio 1994. Molti lavori sono rimasti inediti, ma quest'opera conclude il lungo "lavoro militante" di Arrigo Cervetto, esponente della scuola marxista e dirigente del movimento rivoluzionario.

www.marxistsfr.org
 
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Stato Underground
view post Posted on 10/6/2010, 19:28




No dai guagliù cervetto risparmiatemelo.
 
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cucchiaroni82
view post Posted on 10/6/2010, 21:26




Beh se scindiamo la persona con quello che è oggi il partito "leninista" molte sue analisi specie riguardo la politica internazionale non si possono non condivere
Comunque questa biografia è abbastanza tendenziosa
 
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tommyrocker
view post Posted on 11/6/2010, 17:20




no lotta comunista nooo!!!!!!
 
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raes
view post Posted on 11/6/2010, 19:43




a me sembra che cervetto fosse migliore della lotta comunista attuale
 
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Stato Underground
view post Posted on 11/6/2010, 19:53




Ja per favore stiamo parlando della casa editrice Lotta Comunista. Non perdiamoci troppo tempo su, pensiamo a cose più importanti.
 
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MA07
view post Posted on 15/6/2010, 17:14




Cervetto è un personaggio che merita di essere studiato, per quanto possiamo non riconoscerci nelle sue conclusioni rimane importante.
 
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Schopenbach
view post Posted on 16/6/2010, 10:02




CITAZIONE (Stato Underground @ 11/6/2010, 20:53)
Ja per favore stiamo parlando della casa editrice Lotta Comunista. Non perdiamoci troppo tempo su, pensiamo a cose più importanti.

Porco dio, Cervetto non rappresenta l'attuale condizione in cui riversa LC... In cparte vi ha contribuito dagli anni '80 in avanti, ma bisogna considerare l'intera storia di ogni movimento ed organizzazione..

Altrimenti in questo forum per quel che mi riguarda ci sono cose da dire un po' su di tutti, tutti, me compreso chiaramente..
 
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7 replies since 10/6/2010, 14:37   1131 views
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