Forum Comunista Internazionalista

Lettera di Stalin al compagno Ivanov, riguardante il socialismo in un solo paese

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matteo.morganti
view post Posted on 5/2/2009, 23:58 by: matteo.morganti




Peccato non riporti mai la lettera segreta di Bucharin nota come il suo testamento politico in cui si è detto costretto a fare quelle dichiarazioni per circostanze politiche che sarebbe troppo complicato riproporre in un breve messaggio, e "casualmente" Kruschev non lo ho mai proposto, pur essendo a sua disposizione perchè in quel testo Bucharin faceva delle pesanti affermazioni (di stampo leninista) sul processo rivoluzionario che stava degenerando, e sempre "casualmente" l'unico a non essere stato riabilitato tra i purgati è stato proprio Bucharin.
Veniamo al dunque: dobbiamo parlare del socialismo in un solo paese? Così sia. Lascio da parte le sciocchezze sui processi farsa perchè lo stile Travaglio che spiattella documenti processuali senza conoscere le motivazioni politiche (la lotta di classe!) si schernisce da solo. Quanto alla baggianata sul piccolo numero degli esponenti dell'avanguardia ... unisciti pure al carrozzone che crede nei partitoni massa, non è una posizione marxista e prendo atto anche di questo tuo ennesimo allontanamento dal materialismo.
Il dibattito sulla natura sociale dell'URSS è vivo negli anni '20 e fino a metà degli anni '30; il contesto economico era cambiato, il PCUS aveva deciso di svoltare e avviare una politica di pianificazione. Si contrapponeva 2 tesi: i genetisti (che poi vennero sconfitti in sede di comitato centrale) secondo cui il piano doveva solo stabilire una direzione per l'industrializzazione; ed i teleologici (tra cui Bucharin e Leontiev) secondo cui un piano senza scopi sarebbe stato un non-sense, come un piano senza piano. Questa non è la sede di riportare le conseguenze di entrambe le tesi, ma se ci sarà tempo e modo lo faremo. Il 1° piano quinquennale fu rivisto più volte al ribasso perchè risultò essere un volontarismo insensato ed eccessivo, il 2° idem perchè i conti non tornavano. Insegna Marx che nell'operazione 2+2=4 non serve guardare oltre l'uguale, ma occorre analizzare il processo (il 2+2) che porta al risultato. Bene. I piani (pur nello sforzo teorico enorme: basti solo ricordare che molti dei dibattiti sono ripresi inconsapevolmente ancora oggi nelle aziende in sede di programmazione dei costi ..., ed a Leontiev si devono dei tentativi di elaborare un calcolo economico sulla base del socialismo, tentativi ripresi ad esempio da Bettelheim). Qui sta il nodo: era possibile il calcolo economico? Secondo l'analisi marxiana (non marxista!) il calcolo economico è possibile a livello di azienda, spingendosi ad un livello di concentrazione-centralizzazione del capitale ancora maggiore, è possibile anche a livello di settore, ma in sè (in quanto tale) il capitale è anarchico e i piani delle aziende (o settori) si contrapporranno producendo collisioni (questo perchè il capitale senza il molteplice, senza altri capitali, è un assurdo). Già questo basta per vedere che solo in una società in cui realmente siano stati socializzati i mezzi di produzione (almeno quelli dominanti) è possibile una pianificazione controllata, altrove è pregna di contraddizioni. Se vogliamo affermare che l'URSS degli anni 20-30 lo era: cadiamo nello scherno; non essendolo lo sviluppo economico accelerato non dimostrava l'esistenza del socialismo, ma esattamente il contrario: una società ancora capitalistica in cui una dirigenza rivoluzionaria (anche se in via di corruzione) direzionava quello sviluppo avendo come obiettivo la resistenza in attesa della rivoluzione europea (almeno). Lo sviluppo era realmente accelerato? Confrontato coi ritmi occidentali, senza dubbio, ma così si confrontano mele e pere, i dati devono essere depurati del fattore "base socio-economico di partenza" (altrimenti si arriverebbe all'assurdo che il socialismo si può sviluppare solo partendo dall'era del bronzo perchè in quel caso il saggio di crescita sarebbe esponenziale), depurando il dato, questo viene tagliato in modo vertiginoso, ma tutto sommato rimane accettabile. Anche risolto il problema del confonto, rimane un errore clamoroso da parte dei pianificatori sovietici che testimonia della loro mancanza teorica, un errore da dilettanti (anche se è comprensibile data la novità dell'esperienza): la produttività viene misurata in termini fisici! Proprio in un sistema basato sul valore di scambio come il capitalismo, si tiene conto del valore d'uso! Si deve sempre ragionare in termini di valore, e questo non è neppure facile perchè nel mercato non si contrappongono MAI valori, ma prezzi (di costo e/o di mercato), il valore pur essendo un'astrazione concreta è comunque ideale, basti pensare che il saggio generale di profitto (capitali di uguale grandezza ottengono profitti uguali indipendentemente dalla composizione organica rispettiva, dal tempo di rotazione ...) già in sè presuppone prezzi di costo che divergono dai valori (la determinazione del valore della merce in base al tempo socialmente necessario alla sua produzione); anche questo è comunque un errore evitabile e di poco conto se vogliamo (oltretutto occorre non confondere la produttività occidentale, che spesso cela solo una maggiore intensità nell'uso della forza-lavoro, con la reale produttività, che è solo la produzione di maggiore plusvalore relativo nello stesso tempo e con la stessa tensione della forza-lavoro, insomma la produttività è solo quella del lavoro, e di quello sociale poi, non del singolo operaio!). Detto questo. Una delle fandonie pazzesche è stata la seguente: il saggio di profitto in URSS non cadeva alla stessa velocità che ne paesi occidentali, quindi è sintomo di socialismo! D'abord: questo è paradossalmente il sintomo dell'arretratezza del sistema sovietico: macchinari obsoleti che non venivano sostituiti velocemente e che quindi non facevano crescere il capitale costante (in valore ma anche in massa) rispetto al capitale variabile, è un sintomo di futura certa stagnazione (che comincerà infatti prestissimo a manifestarsi); è sintomo del fatto che l'industrializzazione procedeva in senso estensivo e mai intensivo, ed effettivamente si può parlare di sviluppo solo quando si passa alla qualità dopo aver negato positivamente la quantità e così via in un circolo senza fine (quantità-qualità-quantità ....). Non si deve poi dimenticare che se è vero (come è vero) che legge assoluta è la caduta del saggio di profitto, è pur sempre una tendenza, e quindi di necessità agiscono controtendenze, altrimenti il capitalismo sarebbe collassato su stesso da solo senza bisogno di rivoluzioni; oltrettutto il saggio di profitto può cadere senza che cada la massa (che anzi necessariamente cresce). L'economia sovietica insomma non presentava i caratteri occidentali perchè la si vedeva ideologicamente, era talmente arretrata che le leggi scoperte da Marx operavano molto lentamente (e già sono lente come i tempi della storia), e ideologicamente si vedeva in questo un superamento di tali leggi, quindi il socialismo! Un caso per tutti: il capitale reagisce alla caduta tendenziale del saggio di profitto aumentando la sua già presente tendenza alla concentrazione (cercando di compensare proprio la caduta del saggio con l'aumento della massa di profitto), in questo riesce contraddittoriamente però: aumenta proprio la caduta del saggio; in URSS questa controtendenza operava lentamente, perchè al di là dell'ideologia della proprietà statale dei mezzi di produzione, le unità operative erano frammentate e quindi poco concentrate! E' un altro sintomo della tragedia a cui andava incontro l'URSS (non per colpa di Stalin, ma per "colpa" delle ferree leggi economiche che impedivano a quel paese straccione di dominare il mercato mondiale del capitale, e quindi di vedersi imporre prezzi di mercato - quindi concorrenza - insostenibili per la propria arretrata struttura economica); allora avrebbe dovuto collassare subito? Qui sta l'errore dei faciloni, la proprietà giuridica(pur non essendo il socialismo) incide sui meccanismi economici, così occorre tenere conto non tanto delle unità operative (le fabbriche), ma delle unità di capitale (i trust statali accentrati anche se solo giuridicamente): un escamotage che però non può reggere a lungo.
Questo è il terreno su cui giudicare lo stalinismo!
 
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26 replies since 3/2/2009, 00:53   649 views
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