Forum Comunista Internazionalista

Amadeo Bordiga, 1889-1970

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raes
view post Posted on 10/9/2008, 19:16




scusate abbiamo risposto tutti a zino' ev mentre invece era connolly non sò se ha cambiato nome ho è un altro
 
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MA07
view post Posted on 20/10/2008, 14:25




Belà Kun, mandami il video integrale dell'intervista se puoi..
 
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Bèla Kun
view post Posted on 20/10/2008, 22:48




ok MA07 image
 
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view post Posted on 29/2/2016, 10:10

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CITAZIONE (raes @ 9/9/2008, 20:00) 
bordiga è importantissimo, ma sopratutto fino al 1926, dopo si isolò troppo.' fino a negare la necessità del partito durante il periodo controrivoluzionario, per lui si potevano fare solo riunioni di studio fù uno dei motivi della scissione del 1952

Dopo Lenin è colui che ha saputo mantenere vivo il filo del marxismo rivoluzionario, soprattutto, la capacità di analisi e il metodo. dopo la scissione del 52 ha cercato di dare una impostazione coerente con la storia precedente alla controrivoluzione, partendo dai punti di adesione all'internazionale e adeguandoli alla situazione che seguì senza abbandonare il metodo. L'altra corrente, che ritirò la testata "Battaglia Comunista" avvalendosi degli strumenti legali borghesi, volle imporsi con metodi democratici consultivi che non rientrano nel metodo marxista di partito, coinvolgendo poi altre formazioni di sinistra che avevano posizioni politiche ben ben diverse e il risultato fu un completo fallimento dal quale prese poi vita Lotta Comunista.
Bravi compagni, ma con una visione un po' superficiale e un po' velleitaria della storia e degli eventi, cosa non nuova per la sinistra, vista la partecipazione di alcuni al POUM nell guerra di Spagna.
Purtroppop Bordiga non ha avuto adeguato supporto anche da coloro che lo seguivano più da vicino, condividendone parte gran delle valutazioni, in quanto dopo la sua dipartita, anche programma comunista si perse un po' troppo nell'attivismo.
L'esplosione di programma dell'82 è dovuta proprio al fatto che non esistevano condizioni oggettive perchè il partito avesse raggiunto una dimensione quantitative non corrispondente alla situazione politica generale del movimento di classe.
Quindi tutto quanto è successo dopo la dipartita del grande Compagno Amadeo, è una conferma della giustezza delle analisi sviluppate durante la sua militanza, che praticamente non sono state rispettate sul piano del terreno pratico.
La storia ha dato ragione alla corrente che sosteneva che in Russia non si stava costruendo capitalismo di stato, ma tendenza al capitalismo, che poi di fatto ha prodotto ciò che vediamo oggi.
Tutto questo è ampiamente documentato nella "struttura economica e sociale della Russia d'oggi" opera non più eguagliata da alcuno e che non poteva certo essere elaborata senza aver fatto prima un profondo bilancio, legato ad un'analisi dialettica e scientifica degli eventi storici.
Gran lavoro anche quello di ricostruire il filo del movimento rivoluzionario stando nei binari del marxismo, invece di rincorrere a destra e a manca ogni fermento di protesta piccolo borghese, forzando velleitariamente l'unione con altre formazioni di ben diversa e ambigua matrice politica.
Senza tra l'altro perdere tempo a scrivere libri di critica personale nei confronti di alcun compagno, Gramsci in primis, anche se ne avrebbe avuto tutte le ragioni, non sarebbe stato coerente con la critica fatta a Trotzkji di consntrare le cause della controrivoluzione sulla persona di Stalin.
Certo che la sua notorietà e il rispetto conquiistato ha suscitato invidia in molti....
 
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view post Posted on 29/2/2016, 10:27

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CITAZIONE (Zinov'ev @ 9/9/2008, 23:58) 
Più importante di Lenin, no?!?

Possiamo dire l'erede di Lenin, che fu un grande nel valutare la situazione della Russia Zarista sapendo stare in attesa nel 1905 per poi nel 1917 saper dirigere senza esitare l'insurrezione, instaurare quindi la dittatura del proletariato e promuovere l'Internazionale Comunista.
Lenin non era altrettanto al corrente della situazione degli altri paesi di come lo era invece il compagno Amadeo che si battè, pur disciplinandosi, contro i gravi errori che poi portarono al processo controrivoluzionario.
Posizioni che lo stesso Lenin ebbe a riconoscergli come corrette, purtroppo quando fu troppo tardi.
Questo non significa che fu più o meno importante di Lenin, ma senz'altro dello stesso spessore come militante rivoluzionario.
 
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view post Posted on 29/2/2016, 10:46

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CITAZIONE (Motteler @ 9/9/2008, 21:22) 
Quella rigida divisione fra "partito storico" e "partito formale", invece, non mi ha mai convinto e gli ha impedito di dare, a mio avviso, un valido contributo sul campo alla formazione e crescita del partito rivoluzionario.

La divisione tra partito storico formale è un dato di fatto, il partito storico rappresenta il programma, ed esiste in quanto ha sempre mantenuto, a volte solo con singoli e sparuti individui, il filo storico nel tempo, (come fece K:Marx quando si ritirò dall'Internazionale dedicandosi alla stesura del Capitale.)
Il partito formale non sempre è in linea con il partito storico se non quando si incontra con il movimento di classe, che gli permette di uscire dalla propria condizione "teorica" e di diventare la testa dirigente del corpo della classe in movimento, mosso dall'energia della rivoluzione.
 
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GCom
view post Posted on 4/3/2016, 20:52




""Senza tra l'altro perdere tempo a scrivere libri di critica personale nei confronti di alcun compagno, Gramsci in primis""

Quindi criticare Gramsci non ha valore politico, ma sarebbe un attacco personale?

«Come spiegare ora questa nuova ed ultima fase dello scambio, il valore di scambio elevato al cubo? Proudhon avrebbe pronta una risposta. Potete supporre che una persona abbia “proposto ad altre persone, suoi collaboratori in funzioni diverse”, di fare della virtù, dell’amore, ecc. un valore venale, di elevare il valore di scambio alla sua terza potenza. Si vede bene: il “metodo storico e descrittivo” di Proudhon è buono a tutto, risponde a tutto, spiega tutto». (miseria della filosofia)

Trovo questo passaggio preso in prestito dal buon Isaia calzi alla perfezione, presupposto "l'invidia".

Edited by GCom - 13/3/2016, 15:25
 
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view post Posted on 6/3/2016, 17:17

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CITAZIONE (GCom @ 4/3/2016, 20:52) 
Quindi criticare Gramsci non ha valore politico, ma sarebbe un attacco personale?
.........................
Trovo questo passaggio preso in prestito dal buon Isaia calzi alla perfezione, presupposto "l'invidia".

G COM ho scorso il post ma non ho trovato la citazione (omessa nel quote)
Comunque se ti riferisci a: "Quindi criticare Gramsci non ha valore politico, ma sarebbe un attacco personale?" a titolo di opinione o commento in Base a ciò che ho scritto:
...perdere tempo a scrivere libri di critica personale nei confronti di alcun compagno, Gramsci in primis,
Vorrei specificare che non è tanto la persona che va criticata, quanto le posizioni di cui si fa portavoce, questo distingue la critica marxista dialettica da quella borghese, dove è l'indivduo o il grand'uomo a fare la storia.
L'esempio più eclatante è Mussolini, condivisibile ed acclamabile quando all'evento regicidio Bresci dichiarava che il rischio dei monarchi era quello di farsi sparare come quello dei muratori cadere dalle impalcature, come le posizioni rivoluzionarie e anticoloniali sostenute contro la guerra in Libia, un po' meno coerente e chiaro quando dichiarava che entrare in guerra contro la Francia era come pugnalare un fratello alle spalle, mentre contro gli imperi centrali era doveroso per evitare un ritorno all'economia medioevale, poi fu lui ad aggredire la Francia una manciata di anni dopo con un cinismo degno di un maramaldo.
nessun individuo è in grado di fare la storia, uomo piccolo o grande che sia, se non ha i consenso di una corte. Quando Mussolini, direttore della sezione di Milano, oltre che dell'Avanti, so dichioarò interventista, fu la sezione, la base, ad espellerlo immediatamente dal partito. Questo un esempio storico che spezza una lancia favore dell'organicità del partito.
In ogni caso sarebbe molto interessante aprire un dibattito su come le responsabilità dei singoli influiscano sull'andamento degli eventi, l'esitazione di Rosa e Karl fecero perdere il treno della rivoluzione in Germania, la sinistra astensionista italiana aspettò troppo prima di dissociarsi dai riformisti e costituirsi in partito comunista, Gramsci fin dall'inizio non era un marxista, tutta la vecchia Guardia inizialmente cadette nell'inganno di creare il socialismo in Russia.
Zinoviev e Kamenev poi ne hanno combinate di ben più gravi di malefatte, eppure non sono stati processati.
Quindi lasciamo i processi personali ai borghesi e alla loro rappresentazione di sinistra che si identifica nello stalinismo, il metodo di analisi marxista è di spessore ben più elevato, diversamente non sarebbe rivoluzionario.
Lenin nel proprio testamento sconsigliò di affidare la segreteria a Stalin, non disse di eliminarlo fisicamente in quanto pericoloso per la rivoluzione.
Anche se avesse dato quest'ordine o che Trotzki si fosse appoggiato all'armata Rossa, che lui aveva costruito, la controrivoluzione non si sarebbe potuta fermare.
La Comune di Parigi perse anche per una serie di gravi errori, fu l'analisi di questi errori che permise di realizzare l'ottobre rosso nel 17, è così che lavora il marxismo, con l'analisi di causa effetto e la correzione degli errori, che sono sempre inevitabili. Questo fa del marxismo una scienza in contrapposizione alla filosofia.
Non cadiamo nella miseria dell'ambizione e del giudizio personale che sono patrimonio della piccola borghesia!
 
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GCom
view post Posted on 6/3/2016, 19:29




Si mi riferivo a quel passaggio. Mi sembra corretta la spiegazione da te riportata quindi passerei oltre...
 
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view post Posted on 7/3/2016, 10:14

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Non so perchè anche se sono iscritto non mi vengono fatte sempre le notifiche, la precedente l'ho ricevuta, quest'ultima di GCom no....
 
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rivoluzionarioint
view post Posted on 9/3/2016, 19:15




scusate, ma questa farla lunga sulla personalità mi sembra una cosa senza senso, è ovvio che quando uno critica una persona politica ne critica il pensiero politico di cui è espressione... d'altro canto anche noi siamo marxisti, non perché amiamo metterci le mutande della stessa marca che usava marx, ma parchi condividiamo il metodo storico-politico da lui9i - in quanto avanguardia proletaria - messo appunto.
 
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26 replies since 9/9/2008, 19:50   54894 views
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