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Un'ulteriore conferma dell'impotenza della classe borghese di stare al passo con la crescita delle forze produttive e del superamento dell'economia capitalistica privata.
Nonostante cartelli, trust, monopoli, interventi di stato, il tutto facente parte delle insanabili contraddizioni di questo sistema, basato sullo sfruttamento del lavoro salariato e sulla proprietà privata di strumenti di produzione e prodotti derivati, la borghesia è nell'impossibilità di mantenere alleanze durature nel tempo, da tanto è combattuta dal principio della proprietà privata. Forzatamente si è organizzata negli stati nazionali, senza però riuscire a controllare la produzione sia su vasta come sulla micro scala. Là dove l'ha fatto è solo perché vi è stata costretta dalle esigenze di mercato. Allo stesso modo le alleanze che intreccia a livello internazionale sono sempre più labili e contorte, entrando in conflitto con gli interessi contrastanti presenti nell'ambito dei singoli stati, tra import ed export, ma anche tra settori merceologici differenti. Gli interessi delle multinazionali ha già spinto l'azione al di sopra degli interessi delle singole nazioni; solo una produzione socialista può sbloccare questa situazione e dar luogo al superamento di questa crisi sociale che non ha altra via di incrementare conflitti e guerre sempre più disastrose sotto il dominio del potere borghese. La soluzione può essere offerta solo dal proletariato organizzato in partito comunista rivoluzionario centralizzato a livello internazionale, che sappia trasformare l'inevitabile guerra imperialista, sempre più in lievitazione, in guerra di classe. La sola classe in grado di abbattere il sistema mercantilistico basato sul lavoro salariato e di costruire una società non più divisa in classi. |