Forum Comunista Internazionalista

lotte scuola

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SpartacoLavagnini
view post Posted on 20/11/2010, 18:02




vabbuò, al di la delle stronzate con cui mm riempie questo forum (so che gli insulti gli piacciono image) quando non ha di meglio da fare, la posizione sugli studenti è quella di rivolgersi agli studenti propetari (ovvero agli studenti figli di proletari)
1) perchè sono loro quelli che pagano la riforma, non avendo a differenza dei figli di papà la possibilità di scelgliere corsi pomeridiani o addirittura scuole private.
2) perchè la lotta è lotta di classe, è lotta proletaria, perchè è necessario ovunque mettere in evidenza quali sono gli interessi contrapposti ed inconciliabili delle 2 classi in lotta.
3) perchè, e di conseguenza, indipendentemente dall'estrazione sociale del singolo militante (che può naturalmente anche essere borghese, ci mancherebbe!) gli interessi che si difendono sono quelli proletari
4) perchè dobbiamo smascherare tutti i liderini figli di papà che con la scusa che "siamo tutti studenti" riempiiono la lotta di contenuti interclassisti, affermano che le classi non esistono etc. in realtà così facendo difendono solo il loro diritto di fare i ribelli figli di papà sulla pelle dei loro compagni proletari (p.es. quando il figlio di papà becca una denuncia non ha problemi, quando la becca il proletario di problemi ne ha tanti... e per fortuna che i giovani non vivrebbero la divisione in classi della società!)
5) perchè, come dimostra mm, è facile fare sottili distinguo, argomentare questo o quello a filo di logica formale etc., ma la nostra concezione è storica e dialettica ed in ogni fenomeno sociale vede lo scontro tra le classi, la lotta tra proletariato e borghesia e l'esigenza di corrazzare il proletariato con la sua arma migliore, la coscienza di classe.
6) perchè c'è una oggettiva comunità di interessi tra chi non può - per ragioni economiche - andare alle scuole private, e chi a scuola ci lavora e vede la sua sopravvivenza come lavoratore messa ha rischio dalla crisi. Precisamente hanno comuni interessi di classe. Riconoscerli nella scuola è il primo passo per riconoscerli nella società intera)

Edited by SpartacoLavagnini - 20/11/2010, 18:34
 
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mm81
view post Posted on 20/11/2010, 18:56




Ora capisco perchè sei e continuerai (si spera) ad essere un docente (si fa per dire) precario: perchè non sai leggere. Il meccanismo di selezione del personale docente allora non è poi così da buttare: con te hanno capito che potresti solo fare l'insegnante per corse di ratti ciechi.
Non ho detto che mi piacciono gli insulti, ma che non mi toccano; è diverso. Potevi, quindi, lasciarli scritti quegli insulti con tutti i puntini (pleonastici) di sospensione. Non aver paura di esprimere ciò che pensi, non ti sculaccerò, tranquillizzati.
CITAZIONE
la posizione sugli studenti è quella di rivolgersi agli studenti propetari (ovvero agli studenti figli di proletari)

Eccola ancora ripetuta la volgarità (questo è vero insulto, non quello proferito a me, che non sono un bel cazzone di niente). Gli studenti SONO proletari perchè figli di proletari! Secondo la definizione di Marx invece gli studenti sono studenti e basta; la loro relazione col rapporto di capitale (discrimine per la collocazione di classe) dov'è? Si può considerarli della forza-lavoro potenziale, ma non è possibile fondare un programma comunista sulle probabilità (SpartacoLavagnini è perciò il fondatore del comunismo cabalistico, evviva, evviva).
CITAZIONE
4) perchè dobbiamo smascherare tutti i liderini figli di papà che con la scusa che "siamo tutti studenti" riempiiono la lotta di contenuti interclassisti, affermano che le classi non esistono etc. in realtà così facendo difendono solo il loro diritto di fare i ribelli figli di papà sulla pelle dei loro compagni proletari (p.es. quando il figlio di papà becca una denuncia non ha problemi, quando la becca il proletario di problemi ne ha tanti... e per fortuna che i giovani non vivrebbero la divisione in classi della società!)

I giovani vivono la divisione in classi come tutti, per questo diciamo che il capitale è totale (Camatte). Che la vivano, non significa però che possano essere collocati scientificamente in una classe o in un'altra (eppure i maestri dovrebbero essere avvezzi alle distinzioni sottili, ma dove hai studiato Spartaco? All'asilo?). Esistono le classi spurie, le mezze classi, le classi di confine. Gli studenti sono studenti. Punto.
CITAZIONE
5) perchè, come dimostra mm, è facile fare sottili distinguo, argomentare questo o quello a filo di logica formale etc., ma la nostra concezione è storica e dialettica ed in ogni fenomeno sociale vede lo scontro tra le classi, la lotta tra proletariato e borghesia e l'esigenza di corrazzare il proletariato con la sua arma migliore, la coscienza di classe.

Tu di filosofia non capisci una sega grossa come quella che può uscire dal membro di Rocco Siffredi. Secondo me non hai neppure idea di cosa sia la logica formale. Che una conclusione venga tratta logicamente da una premessa, non per forza è logica formale, asinaccio. Che la logica dialettica si fondi anche su altre relazioni (oltre a quelle causali), oltre a quella di causa ed effetto lineare, NON significa che quella relazione di causalità NON sia presente anche nella logica dialettica, somaro.
Vedere sempre l'universale (lotta di classe) nel particolare (condizione studentesca) è un'operazione corretta. Scorretto è plasmare l'astratto sul concreto senza un'operazione di arricchimento dell'astratto tramite la discesa nel concreto (caro SpartacoLavagnini, la tua ideologia è pari a quella di Schelling: di notte tutte le vacche sono grigie). Devo operare delle distinzioni quando analizzo una situazione concreta, non posso operare con l'universale come se niente cambiasse da concreto a concreto (e poi noi "bordighisti saremmo i mistici? Ma fammi il piacere). Che la lotta di classe operi anche nelle lotte studentesche non ci piove, il problema non è SE opera, ma COME opera (non SE fare ma CHE fare?); il problema è capire il meccanismo di funzionamento di una contraddizione, non affermare se quella contraddizione esiste o meno; il problema è capire come la contraddizione agisce in seno ad una particolarità che necessariamente NON può inglobare compiutamente (per necessità lo studente NON è totalmente assorbibile dalla logica del capitale, perchè quella logica vuole valorizzazione del valore, processo che lo studente non è in grado di dare totalmente).
 
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mm81
view post Posted on 20/11/2010, 20:21




Ecco la logica dialettica fantasiosa di SpartacoLavagnini, tanto bizzarra quanto antimarxista.
CITAZIONE
è facile fare sottili distinguo, argomentare questo o quello a filo di logica formale etc., ma la nostra concezione è storica e dialettica ed in ogni fenomeno sociale vede lo scontro tra le classi

Quindi la logica dialettica fantasiosa (a differenza della mia che si è limitata a ripetere pari-pari chi più di me ne ha capito in fatto di logica dialettica, nella fattispecie Marx: "la collocazione di classe dipende dalla collocazione nei rapporti sociali di produzione") conclude che
CITAZIONE
la posizione sugli studenti è quella di rivolgersi agli studenti propetari (ovvero agli studenti figli di proletari)

Siccome la logica dialettica bizzarra di SpartacoLavagnini è quella per cui proletario è chi è uno straccione figlio di straccioni, allora uno studente con le pezze al culo non può che essere un proletario. Se attendiamo un po', sicuramente SpartacoLavagnini ci spiegherà anche come lo produce il plusvalore uno studente o come partecipa alla sua realizzazione. La logica dialettica fantasiosa è quella per cui una relazione (il rapporto di un uomo con i mezzi di produzione) determinata è in grado di mutarsi completamente a piacimento e per misera propaganda politica di basso cabotaggio.
Chissà invece N-Z come difenderà ora, l'indifendibile. O sono ancora io ad aver capito male? Questa volta è chiarissimo: studenti proletari OVVERO (che significa a causa di, per il fatto che, cioè ...) studenti figli di proletari.
 
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view post Posted on 20/11/2010, 20:42

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devi ancora rispondere allamia domanda...attendo
 
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SpartacoLavagnini
view post Posted on 20/11/2010, 21:50




caro mm, io non ti devo convincere di nulla, anche perchè mi sembri tanto erudito quanto poco stabile, in ogni caso ammetterai che la scuola non è sulla luna, ma su questa terra, ed ammetterai che le contraddizioni principali che agiscono su questa terra, agiscono anche nella scuola.
Effettivamente con tutte queste parole hai fatto una bella scoperta: lo studente non partecipa direttamente al processo produttivo! lo studente non entra in relazione diretta con i mezzi di produzione! lo studente non è collocabile in nessuna posizione del rapporto sociale di produzione perchè non produce (né partecipa in alcun modo alla valorizzazione del capitale). Vero.
Da questa correttissima premessa ne deduci che lo studente, come il neonato, il cane e il selvaggio dell'amazzonia, non sono né proletari né borghesi. bravo. hai studiato la lezioncina e la hai applicata così: lo studente è studente, non è collocato nella divisione in classi perchè non intrattiene nessun rapporto con i mezzi di produzione, però vive in una società divisa in classi, quindi (immagino sia la tua conclusione) in quanto studente si deve collocare a favore del proletariato, per il comunismo, contro la borghesia etc.
Ok, la lezionicina è chiara, ma è altrettanto chiaro che i tagli e la riforma non colpiscono tutti in maniera indiscriminata. I figli dei lavoratori dipendenti (e non per becero sociologismo come dici te, ma per la oggettiva posizione sociale occupata dai loro genitori) hanno almeno un paio di peculiarità: 1) non hanno possibilità di scelta, o vanno in questa scuola e accettano quello che essa da loro o nisba (gli studenti borghesi, se esistessero - ma tu non li ammetti -, avrebbero al contrario la possibilità di andare alle private o di pagarsi in proprio corsi che offrano loro ciò che la scuola pubblica non offre più) 2) possono studiare quanto caspita gli pare ma sono sempre più condannati ad avere una condizione sociale peggiore dei loro genitori (anche se l'operaio voleva il figlio dottore).
da questo discende che la lezionicina sui rapporti di produzione è chiara che, quindi, a filo di logica formale gli studenti non sono attraversati dalle contraddizioni di classe, ma che nella realtà dei fatti la crisi - così come si maifesta a scuola - si sta esprimendo con violenza di molto maggiore proprio contro quegli studenti i cui genitori, guarda caso, intrattengono una relazione col capitale in qualità di salariati o assimilabili. Poi il tuo formalismo ti può anche fare storcere il naso se chiamiamo quella parte di studenti "studenti proletari" ma la realtà dei fatti è questa lo stesso. Negli anni 60 probabilmente, era diverso... ma allora c'era una scuola che garantiva un minimo di mobilità sociale. Oggi la scuola non fa che compartecipare alla condanna delle future generazioni e, guarda caso, le sue disgrazie si abbattono solo su una parte degli studenti.
MM, devi ammettere che una scuola che peggiora le condizioni culturali e sociali di chi vi entra è una novità storica. mai era accaduto. anzi, la battaglia è sempre stata per far accedere i proletari perchè così miglioravano la loro condizione.

MM, questa è una novità, mi rendo conto che ti destabilizzi, però cerca di discutere pacatamente che non sei lenin.
anzi, guarda, non ti insulto nemmeno più, perchè come danno fastidio a me, gli improperi, immagino che possano dare fastidio anche a chi ci legge.
notte a tutti, a domani.
 
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Communard
view post Posted on 20/11/2010, 22:14




Ricordo che bordiga definì gli studenti "muffa interclassista"....

Secondo me gli studenti sono semplicemente nell'anticamera dell'inserimento nel processo produttivo.
"studia così troverai un lavoro!!" :)
 
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SpartacoLavagnini
view post Posted on 21/11/2010, 00:15




"... o sfrutterai un lavoratore." :woot:
 
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mm81
view post Posted on 21/11/2010, 13:47




Non mi interessano le lezioni perchè odio i docenti, in quanto portatori di un'ignoranza indicibile spacciata per conoscenza. Questa non dovrebbe essere gratuita, ma disintegrata con i colpi dei cannoni di Navarone. Aveva ragione Brecht quando raccontava quella storiella di una madre irlandese molto povera che si lamentava del costo eccessivo dei libri necessari ai figlioletti; al che Brecht commentava: "se solo sapesse quanto poco valgono quei libri!".
Il problema non è se la mia è una logica formale (e ripeto: non hai capito che diavolo è la logica dialettica se continui a ritenere che la logica formale non sia compatibile con la logica dialettica; la logica dialettica NON è un'eliminazione della logica formale, ma un processo logico differente che permette di arrivare a certi ragionamenti che sono preclusi alla logica formale, ma per arrivarci, la logica dialettica usa anche la logica formale).
Il problema è essere chiari con i concetti. In un periodo rivoluzionario le fesserie come quella degli studenti proletari perchè figli di proletari, possono passare inosservate, perchè i problemi sono ben altri (per fortuna). In un periodo controrivoluzionario come il nostro, le fesserie NON possono essere tollerate, perchè la chiarezza del programma comunista è l'unica arma che tiene in vita i comunisti, a cui molte azioni sono precluse dalla scarsità delle forze.
Uno studente è uno studente e basta. Il suo rapporto con i mezzi di produzione è di là da venire, in futuro vedremo cosa sarà. Statisticamente un figlio di operai, ha moltissime probabilità di diventare un operaio? Sicuro, e su questo lavoriamo con la propaganda e l'azione. Ma questa alta probabilità NON deve autorizzarci a creare confusioni e false categorizzazioni: lo studente (anche se diventerà proletario un giorno) per ora non lo è per il fatto d'essere figlio di proletari, perchè la collocazione di classe non è fattore ereditario, ma di rapporto coi mezzi di produzione, è un rapporto sociale, non un rapporto familiare.
Lo studente, come tutti gli altri individui, vive le contraddizioni di una società divisa in classi; questo è inevitabile. Il nostro compito è quello di capire come la lotta di classe opera nella scuola. Se l'orizzonte rimane imperniato sulla questione studentesca, NON NE SI ESCE, perchè è impossibile per definizione. Non è analizzando la questione studentesca che comprendo come opera la lotta di classe all'interno della scuola, ma collocando la scuola nel processo di riproduzione del capitale. Operata questa collocazione riesco a comprendere che la difficoltà di estorcere plusvalore alle vecchie condizioni, costringe il capitale a tagliare dei costi di produzione, e non può che cominciare a tagliare quelle parti che non valorizzano il valore, e tra queste c'è proprio la scuola. Questi tagli dimostrano che la collocazione dello studente tra i proletari NON è corretta, se fossero dei proletari, si procederebbe a ristrutturazioni (come nelle fabbriche) o concentrazioni-centralizzazioni per aumentare la composizione organica del capitale in modo da arginare la caduta del tasso di profitto con l'aumento della sua massa e nel contempo aumentare l'estorsione di plusvalore relativo. Questo nella scuola NON può avvenire perchè anche il personale docente e non docente NON è pagato contro capitale, ma contro reddito.
Attenzione ad invocare l'arrivo del rapporto di capitale (perchè è questo che stai implicatamente facendo Spartaco, dicendo che gli studenti sono proletari) tra gli studenti; essere un operario produttivo è una condanna diceva Marx. Gli studenti hanno la fortuna di NON essere dei proletari per il momento, lasciamoli vivere qualche anno di felicità, per favore; ne avranno di tempo per essere sfruttati.
Detto questo. La crisi colpisce più duramente gli studenti figli di operai? Sicuramente e lì bisogna lavorare con la propaganda comunista. Questo NON ci autorizza però a creare confusioni nei concetti.
IL COMUNISTA NON FA MERCANZIA DEI PRINCIPI (ENGELS).
 
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view post Posted on 21/11/2010, 16:21

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devi ancora rispondere alla mia domanda...
 
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cucchiaroni82
view post Posted on 21/11/2010, 17:50




Su questo argomento è stato chiarito benissimo quali sono le posizioni quindi è inutile rinfocolare polemiche per il gusto di avere l'ultima parola.
 
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view post Posted on 21/11/2010, 18:03

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Condivido, infatti spero che mm81 abbia smesso...
 
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mm81
view post Posted on 22/11/2010, 21:50




Speriamo che quel cattivone di mm abbia smesso perchè noi cuccioli educati secondo il bon-ton ci puliamo la boccuccia di rosa col fazzolettino bianco ogni volta che finiamo una frase. Fin dove può giungere il formalismo borghese, è un limite che ancora non ho esplorato, ma l'asticella continua a salire paurosamente; sarà un fenomeno che si accompagna ad ogni sistema in fase terminale, vedremo. In genere, però, mi hanno insegnato che la cura della forma è sempre uno scudo per la mancanza di contenuti sostanziali; e poi questi rivoluzionari che sono più borghesi dei borghesi nel linguaggio ... sono insopportabili.

Ripeto per l'ultima volta che ti ho già risposto: lo dite quando affermate che le classi si ereditano. Se non lo riesci a capire, è colpa mia adesso? Non mi va di continuare nel tuo gioco bambinesco atto ad avere l'ultima parola, perciò se ancora non lo capisci, problemi tuoi, miei non lo saranno mai. Come si dice: "Uno di meno".

P.S. Usare un linguaggio eccessivamente delicato è una forma di violenza tanto quanto usare la forza. Principio della compenetrazione degli opposti. Alla faccia della logica formale.
 
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view post Posted on 22/11/2010, 22:24

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No, non lo capisco. Quindi basta.

Per tutto il resto, non ha proprio senso risponderti, anche perchè... per lo meno sei uscito fuori topic...

 
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57 replies since 11/10/2010, 11:37   673 views
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