Forum Comunista Internazionalista

Amadeo Bordiga, 1889-1970

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wallunchoi
view post Posted on 6/3/2016, 17:17 by: wallunchoi

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CITAZIONE (GCom @ 4/3/2016, 20:52) 
Quindi criticare Gramsci non ha valore politico, ma sarebbe un attacco personale?
.........................
Trovo questo passaggio preso in prestito dal buon Isaia calzi alla perfezione, presupposto "l'invidia".

G COM ho scorso il post ma non ho trovato la citazione (omessa nel quote)
Comunque se ti riferisci a: "Quindi criticare Gramsci non ha valore politico, ma sarebbe un attacco personale?" a titolo di opinione o commento in Base a ciò che ho scritto:
...perdere tempo a scrivere libri di critica personale nei confronti di alcun compagno, Gramsci in primis,
Vorrei specificare che non è tanto la persona che va criticata, quanto le posizioni di cui si fa portavoce, questo distingue la critica marxista dialettica da quella borghese, dove è l'indivduo o il grand'uomo a fare la storia.
L'esempio più eclatante è Mussolini, condivisibile ed acclamabile quando all'evento regicidio Bresci dichiarava che il rischio dei monarchi era quello di farsi sparare come quello dei muratori cadere dalle impalcature, come le posizioni rivoluzionarie e anticoloniali sostenute contro la guerra in Libia, un po' meno coerente e chiaro quando dichiarava che entrare in guerra contro la Francia era come pugnalare un fratello alle spalle, mentre contro gli imperi centrali era doveroso per evitare un ritorno all'economia medioevale, poi fu lui ad aggredire la Francia una manciata di anni dopo con un cinismo degno di un maramaldo.
nessun individuo è in grado di fare la storia, uomo piccolo o grande che sia, se non ha i consenso di una corte. Quando Mussolini, direttore della sezione di Milano, oltre che dell'Avanti, so dichioarò interventista, fu la sezione, la base, ad espellerlo immediatamente dal partito. Questo un esempio storico che spezza una lancia favore dell'organicità del partito.
In ogni caso sarebbe molto interessante aprire un dibattito su come le responsabilità dei singoli influiscano sull'andamento degli eventi, l'esitazione di Rosa e Karl fecero perdere il treno della rivoluzione in Germania, la sinistra astensionista italiana aspettò troppo prima di dissociarsi dai riformisti e costituirsi in partito comunista, Gramsci fin dall'inizio non era un marxista, tutta la vecchia Guardia inizialmente cadette nell'inganno di creare il socialismo in Russia.
Zinoviev e Kamenev poi ne hanno combinate di ben più gravi di malefatte, eppure non sono stati processati.
Quindi lasciamo i processi personali ai borghesi e alla loro rappresentazione di sinistra che si identifica nello stalinismo, il metodo di analisi marxista è di spessore ben più elevato, diversamente non sarebbe rivoluzionario.
Lenin nel proprio testamento sconsigliò di affidare la segreteria a Stalin, non disse di eliminarlo fisicamente in quanto pericoloso per la rivoluzione.
Anche se avesse dato quest'ordine o che Trotzki si fosse appoggiato all'armata Rossa, che lui aveva costruito, la controrivoluzione non si sarebbe potuta fermare.
La Comune di Parigi perse anche per una serie di gravi errori, fu l'analisi di questi errori che permise di realizzare l'ottobre rosso nel 17, è così che lavora il marxismo, con l'analisi di causa effetto e la correzione degli errori, che sono sempre inevitabili. Questo fa del marxismo una scienza in contrapposizione alla filosofia.
Non cadiamo nella miseria dell'ambizione e del giudizio personale che sono patrimonio della piccola borghesia!
 
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