Forum Comunista Internazionalista

Mauro Stefanini

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Mordicarbone
view post Posted on 30/5/2010, 13:47




Mauro nasce il 9 gennaio del 1948, quasi fisicamente nel Partito dato che i suoi genitori erano costretti alla clandestinità perché la mamma, Maria Antonietta Falorni era ricercata poiché ingiustamente accusata dalla polizia e dagli stalinisti di essere la mandante dell’uccisione, avvenuta nelle vicinanze di San Polo nel settembre del 1946, del marchese Della Robbia, spietato feudatario fascista della zona nonché ex vice federale di Firenze (1).
Mauro era il nome di battaglia del padre Luciano, uno dei fondatori del Partito Comunista Internazionalista e fra gli animatori più attivi della nostra Frazione all’estero, dove era andato esule dopo aver scontato nove anni di carcere sotto il regime fascista.
Si sbaglierebbe, però, se si ritenesse che Mauro sia approdato al comunismo e al nostro Partito per rispetto della tradizione familiare, come spesso accade per molti figli d’arte costretti a proseguire la strada dei padri al di là dello loro intenzioni e autentiche aspirazioni. L’origine familiare certamente ne ha agevolato il percorso di maturazione politica, ma Mauro lo ha compiuto in piena e totale autonomia.
A soli quindici anni inizia la sua collaborazione a Battaglia Comunista e solo qualche anno dopo, nel 1967, a Prometeo, che da allora non si è mai interrotta, così come il suo impegno senza risparmio come militante del Partito.
Sul finire degli anni Sessanta, lo troviamo fortemente impegnato nei primi movimenti degli studenti della Statale di Milano, nel tentativo di imprimere loro una caratterizzazione di classe. Frutto della riflessione su questa esperienza sono i suoi numerosi scritti di critica del movimento studentesco, della sua natura interclassista e piccolo-borghese e che costituiscono tuttora uno strumento attualissimo di orientamento dell’intervento del Partito nella scuola.
Nel dicembre del 1970, al IV° congresso del Partito, viene eletto nel Comitato Centrale e da questo nel Comitato Esecutivo Nazionale. È l’assunzione di responsabilità direttive di una nuova generazione di compagni che va idealmente e praticamente a raccogliere il testimone di quella straordinaria generazione di combattenti rivoluzionari che aveva saputo comprendere la deriva controrivoluzionaria della Rivoluzione russa e costruire in opposizione a essa, e fra indicibili difficoltà, il nostro Partito. Un’assunzione di responsabilità che Mauro ha vissuto anteponendola a ogni cosa, senza risparmio di energie, come un rivoluzionario di professione, senza però trarre da ciò il proprio sostentamento, essendosi procurato da vivere sempre con la propria attività di insegnante e pubblicista specializzato nel settore delle arti grafiche. Anzi, essendo le casse del Partito sempre in lotta con gli spiccioli, ne è stato anche finanziariamente uno dei suoi sostenitori più generosi.
Aperto alle novità in tutti i campi della vita come pochi, è il primo fra noi a far proprie le nuove tecnologie basate sulla microelettronica e a dotarsi di un personal computer.
Se ci limitassimo, però, a cogliere solo questo aspetto del suo vivo interesse per le nuove tecnologie, come per la scienza e qualsiasi altra attività umana, ci vieteremmo di cogliere appieno la ricchezza della personalità di Mauro e lo spessore del contributo di conoscenza teorica che ha dato al Partito e non solo a esso. La conoscenza delle nuove tecnologie basate sulla microelettronica, per esempio, è sì il presupposto per lo svolgimento di una determinata attività pratica, ma soprattutto è lo strumento necessario all’osservazione critica dei fenomeni che interessano la società nel suo insieme e la nostra classe in particolare. Sarebbe stato difficile, senza questo retroterra e un saldo ancoraggio al materialismo storico, comprendere la portata dei violenti processi di ristrutturazione dei cicli produttivi che ci sono stati negli ultimi decenni e dei connessi processi di composizione e scomposizione della classe operaia. Così, mentre i teorici della cosiddetta autonomia operaia leggevano in essi la liquidazione del proletariato quale unico possibile soggetto rivoluzionario e si lanciavano alla ricerca frenetica di un nuovo soggetto rivoluzionario individuato di volta in volta in questa o quella figura sociale per finire alle attuali indistinte moltitudini, il nostro Partito nella sua collegialità, ma con il contributo fondamentale di Mauro, coglieva la spinta a una crescente proletarizzazione della società su scala mondiale e la necessità sempre più impellente di pensare al futuro partito rivoluzionario come a un organismo che, pur tenendo conto delle singole specificità, fosse in grado di elaborare un progetto tattico e strategico a valenza mondiale, pena un’ennesima sconfitta del proletariato, questa volta di dimensioni davvero catastrofiche per l’intera umanità.
Non è, dunque, soltanto perché Mauro parlava e capiva perfettamente l’inglese e il francese se è stato lui il principale animatore del nostro lavoro internazionale stabilendo e mantenendo i contatti con chiunque da ogni parte del mondo, singolo compagno o gruppo politico, si sia avvicinato a noi anche solo per approfondire la conoscenza delle nostre posizioni politiche; e se a lui — come hanno ricordato i compagni della Communist Workers Organisation nel loro tributo alla sua memoria, si deve la maggior parte del lavoro pratico e di elaborazione teorica e politica, a cominciare dalla sua piattaforma, che ha consentito la nascita del Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario, divenuto nel 2009 Tendenza Comunista Internazionalista.
Non siamo in grado, né sarebbe possibile farlo, non fosse altro perché non c’è peggior critico di se stessi che se stessi, di apprezzare il valore storico dell’esperienza del nostro Partito in questi ultimi trent’anni, ma pur assumendola per quella che attualmente è, nel suo ambito il ruolo di Mauro è stato di straordinaria importanza. Grazie Mauro, te ne saremo sempre grati con l’impegno di continuare con la tua stessa passione e coerenza nell’opera di costruzione di quel partito rivoluzionario senza il quale l’aspirazione che ci ha così fortemente accomunati a un mondo libero dal dominio della borghesia e del suo sfruttamento sarebbe destinata a rimanere tale.

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(1) Per i fatti di San Polo vedi: Lo scontro degli internazionalisti con lo stalinismo e le sue vittime — Quaderni di Battaglia Comunista n.7

Edited by Enotrio Rosso - 15/12/2013, 11:48
 
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Mordicarbone
view post Posted on 14/8/2013, 08:18




Vi segnalo il link del Fondo Mauro Stefanini:
http://beniculturali.ilc.cnr.it:8080/Isis/...0000/000/000%22
 
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1 replies since 30/5/2010, 13:47   697 views
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